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“Ti faccio fare la fine del meccanico, ti sparo in faccia. Se ancora ti vedo in questa zona”. La violenza ai tempi della Paranza dei Bimbi non conosceva limiti e così, 15 giorni dopo l’omicidio di Luigi Galletta, Antonio Napoletano “o’ nannone” avrebbe minacciato il padre di un affiliato al clan Buonerba che gestiva un parcheggio in una zona contesa con i Sibillo.
Il giovanissimo ma pericoloso killer al servizio dei Sibillo nella guerra di Forcella è in caarcere da due giorni perché accusato dell’omicidio del meccanico incensurato di Forcella Luigi Galletta, che ha pagato con la vita solo percé era il cugino di Luigi Criscuolo detto “sby-sby” uno dei personaggi del gruppo di fuoco dei nemici del clan Buonerba “capelloni”. Con ‘o nannone è indagato anche Ciro Contini, nipote del superboss Eduardo Quindici giorni dopo l’uccisione del meccanico, grazie alla microspia piazzata abilmente nell’abitazione dei Buonerba, come ricorda Il Roma, in cui si riuniva il gruppo di fuoco, la polizia ascoltò un’importante e illuminante conversazione tra Gennaro Buonerba e Salvatore Mazio.
In cui il primo riferiva al secondo di aver visto a porta Capuana Antonio Napoletano mentre minacciava suo padre (Ciro Mazio, gestore di un’area di parcheggio in zona); dicendogli che, se quest’ultimo fosse “sceso” ancora in quella zona, gli avrebbe fatto “fare la stessa fine del meccanico” e gli avrebbe “sparato in faccia”. In sostanza, scrivono gli inquirenti pur essendo accuse “de relato”, “è quindi lo stesso Napoletano a confessare l’efferato omicidio, al contempo facendone motivo di intimidazione ai danni di Ciro Mazio, a fini estorsivi. E che quella minaccia non sia il frutto di una millanteria lo dimostra il fatto che gli altri consociati, Salvatore Mazio, e Massimo Amoruso, commentarono, seriamente preoccupati, la minaccia fatta dal “Nannone”.
Va aggiunto che le numerose conversazioni ambientali intercettate a casa Buonerba fanno costantemente riferimento alla partecipazione di Antonio Napoletano all’omicidio del meccanico, per cui emerge dalle medesime conversazioni il progetto di far fuori il “Nannone”.
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