Cronaca Giudiziaria

Camorra, ”Sparate in alto alle quaglie e ai piccioni mentre i guappi veri fanno i morti”: lo scontro-social tra i clan del rione Sanità

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“Sparate in alto alle quaglie e ai piccioni mentre i guappi veri fanno i morti”. La sfida ma anche l’ironia sui social corre e si diffonde tra i pistoleri protagonisti delle ultime stese del rione Sanità. Gli investigatori nelle ultime ore hanno interrogato alcune persone. Il quadro delle tensioni tra i clan è stato alimentato ieri da un altro episodio: un incendio doloso che ha coinvolto un ciclomotore e due autovetture.
È un’ulteriore vicenda che, in attesa di stabilire con certezza le cause, alimenta la paura tornata a serpeggiare tra le stradine del rione. La notte scorsa due automobili in sosta che hanno preso fuoco, intorno alle 3 in via Bernardo Celentano, all’angolo con via Fonseca. A dare l’allarme sono stati alcuni abitanti che, in attesa dei soccorsi e terrorizzati che le fiamme potessero espandersi, hanno gettato secchi d’acqua da balconi e finestre.
Sul posto sono comunque arrivati rapidamente sia i poliziotti si vigili del fuoco. I pompieri hanno impiegato quasi un’ora per domare le fiamme, che hanno danneggiato le mura perimetrali di un palazzo. Era stato uno scooter, parcheggiato tra i due veicoli completamenti arsi dalle fiamme, a prendere fuoco per primo. Ed è questo il punto di partenza per le indagini, non ancora completamente orientate in una direzione precisa.
Anche perché nessuno dei proprietari dei veicoli risulta legato alla criminalità organizzata. Perciò è in piedi anche l’ipotesi del racket della sosta. Ma la preoccupazione degli investigatori è rivolta a quanto sta accadendo in tutto il rione Sanità con i Vastarella, storico clan dominante nella parte alta del quartiere alleati dei Mauro, della zona dei Miracoli contro i Sequino-Savarese che controllano il lato “basso” del quartiere, quello del mercato dei Vergini, da via Santa Maria Antesaecula in giù.
E’ lì che si concentrano il maggior numero di negozi e venditori ambulanti ed è lì che i Sequino e i Savarese hanno messo radici e fanno affari imponendo il racket a tappeto e a tutti. Lo scontro sta tutto qui, perché in vista delle festività natalizie le richieste di pizzo sono aumentate.


Articolo pubblicato il giorno 6 Novembre 2017 - 11:18 /  Cronache della Campania
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