Camorra, la vittima dell’agguato di Casalnuovo faceva da autista al nuovo reggente del clan Rea

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E’ stato un segnale inviato al nuovo reggente del clan Rea il duplice omicidio di ieri sera a Casalnuovo in cui sono stati uccisi Clemente Palumbo e la mamma Immacolata De Rosa.

A 24 ore dall’agguato i carabinieri di Castello di Cisterna sembrano avere le idee più chiare. La vittima designata, ovvero Palumbo, negli ultimi tempi era stato segnalato in compagnia del nuovo reggente della cosca che controlla gli affari illeciti tra Casalnuovo e Volla. Anzi gli faceva proprio da autista. La modalità dell’agguato lasciano quindi propendere gli investigatori verso la pista della cammora e non quella personale.
Nel frattempo i carabinieri stanno continuando ad esaminare le immagini della telecamere del bar che si trova nei pressi del luogo dell’omicidio e che potrebbe aver immortalato la scena del crimine. Ma hanno anche ascoltato familiari ed amici e stanno controllando tutti i suoi contatti telefonici  e la messaggistica per trovare indizi utili alle indagini.I carabinieri scavano nel passato di Palumbo, vecchie pendenze con la giustizia per ricettazione (e non per droga come si era appreso in un primo tempo).
L’uomo aveva una ditta di movimento terra, tradizionale settore di interesse della camorra.E si arricchisce di dettagli la dinamica dell’agguato. Cinque colpi di pistola alla faccia e al collo di Clemente Palumbo, uno solo verso Immacolata De Rosa, che resasi conto dell’agguato contro il figlio, ha alzato le mani come per proteggersi. Il proiettile e’ entrato nel suo corpo dall’ascella e lesionato il cuore. Il pregiudicato di Casalnuovo, suo figlio, era vero obiettivo dei killer che ieri sera hanno fatto fuoco sei volte. La donna era incensurata, madre di altri tre ragazzi e vedova. L’agguato, di matrice camorristica, e’ il trentesimo dall’inizio dell’anno. Palumbo, con un precedente per ricettazione, potrebbe essere finito nel mirino del gruppo dei Veneruso in quanto considerato vicino ai Rea.
I due clan erano un tutt’uno fino a pochi mesi fa, grazie a una spartizione equa degli affari, ma quell’equilibrio si e’ rotto. Degli ammanchi nella cassa avrebbero generato le frizioni che gia’ un mese fa hanno portato a una gambizzazione. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Castello di Cisterna e di Casalnuovo ma si scontrano contro un muro di omerta’.


Articolo pubblicato il giorno 29 Novembre 2017 - 19:41
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