Nella giornata di ieri, la Squadra Mobile di Napoli ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale per i Minorenni di Napoli, su richiesta di quella Procura della Repubblica, a carico di Salvatore RUSSO, nato a Napoli il 28 giugno 1995, all’epoca dei fatti minorenne, esponente del clan camorristico della “Vanella Grassi”, ritenuto responsabile, a vario titolo, dei reati di duplice omicidio premeditato, sequestro di persona, distruzione di cadavere, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, delitti tutti aggravati dall’art. 7 legge 203/91.
Le indagini hanno consentito di ricostruire il contesto criminale, il movente diretto, ed ogni rilevante circostanza in ordine al duplice omicidio perpetrato ai danni di STANCHI Raffaele, detto Lello Bastone, e MONTO’ Luigi.
In data 4 maggio 2016, personale di questa Squadra Mobile aveva già eseguito, per i medesimi fatti, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di MENNETTA Antonio, nato a Napoli il 3.01.1995, MAGNETTI Fabio, nato a Napoli il 21.01.1989, BARONE Francesco, nato a Napoli il 16.01.1979, ARUTA Luigi, nato a Napoli il 12.06.1987, GRAZIOSO Alessandro, nato a Napoli il 12.06.1985, CASTIELLO Ciro, nato a Napoli il 13.05.1990, ZAINO Eduardo, nato a Napoli il 18.06.1992, esponenti del clan camorristico della “Vinella Grassi” .
In data 9 gennaio 2012, in località Melito di Napoli (NA), all’interno del bagagliaio di una Fiat Grande Punto di colore grigio, targata DG206JR, risultata rubata, furono rinvenuti due cadaveri carbonizzati, successivamente identificati solo grazie al DNA nei pregiudicati STANCHI Raffaele ed il suo uomo di fiducia MONTÒ Luigi, ritenuti intranei al gruppo criminale denominato ABETE – ABBINANTE, operante nell’area Nord di Napoli.
Il grave episodio criminale, ricostruito nel dettaglio anche attraverso i numerosi riscontri investigativi alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, ha segnato, per come indicato dal Giudice nel provvedimento cautelare, l’inizio della c.d. terza faida di Scampia, esplosa tra il 2012 ed il 2013, allorché la “Vinella Grassi”, capeggiata da MENNETTA Antonio, MAGNETTI Fabio e GUARINO Rosario, in stretto vincolo di alleanza con la famiglia MARINO, padrona delle CASE CELESTI, decide di intraprendere una guerra avverso la famiglia ABETE-NOTTURNO-ABBINANTE.
La scelta di STANCHI RAFFAELE quale obiettivo strategico nasce dalla considerazione dell’essere costui l’uomo di fiducia di ABETE Arcangelo, oltre a gestore della remunerativa piazza di spaccio del LOTTO P, le c.d. Case dei Puffi, vera cassaforte del gruppo. Dunque, l’omicidio di Stanchi fu deciso ed eseguito per interrompere il flusso finanziario della famiglia ABETE ABBINANTE NOTTURNO. In tale momento la VANELLA GRASSI, pur essendo formalmente alleata degli ABETE NOTTURNO ABBINANTE, pone le basi per la futura confederazione VANELLA-LEONARDI-MARINO, che sarà la protagonista vincente della faida 2012-2013 contro gli ABETE-NOTTURNO-ABBINANTE.
L’efferata azione criminale fu realizzata, attraverso diverse fasi esecutive, caratterizzate dalla progettazione ed esecuzione del sequestro di persona delle vittime, a Villaricca, dal trasporto dei prigionieri presso l’abitazione di MATUOZZO Carlo, qui sottoposte ad un interrogatorio pressante allo scopo di far rivelare allo STANCHI dove si trovassero alcuni milioni di euro che lo stesso conservava per ABETE ARCANGELO. Infine dalla brutale eliminazione e dalla distruzione dei corpi e delle tracce dell’omicidio, con l’incendio dell’auto abbandonata a Melito con a bordo i cadaveri, allo scopo di allontanare i sospetti dalla Vinella Grassi e far ricadere la responsabilità del delitto sul clan AMATO PAGANO.
Si è trattato di un delitto ‘corale’, a cui hanno partecipato numerosi affiliati sia del clan MARINO che del clan VINELLA GRASSI, che in quel momento hanno siglato nel sangue di STANCHI e MONTO’, la loro fusione in una consorteria unitaria.
Articolo pubblicato il giorno 3 Novembre 2017 - 12:42