Camorra, il pentito: ”Con l’omicidio Marino dichiarammo guerra alla Vanella-Grassi”

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“Il delitto di Gaetano Marino venne deciso dopo l’eclatante agguato ai danni di Ciro Abrunzo e un ulteriore episodio di sangue, il tentato omicidio di Giovanni Esposito, esponente apicale della cosca”.
E’ stato il pentito Giuseppe Ambra, ex uomo di punta della faida di Scampia, a svelare agli inquirenti quello che potrebbe essere il reale movente dell’omicidio di Gaetano ‘o monkerino fratello del boss Gennaro ‘ mekkey,ucciso sul lungomare di Terracina il 23 agosto di cinque anni fa.
Il retroscena emerge da uno dei verbali di interrogatorio confluiti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che due giorni fa ha colpito Arcangelo Abbinante e Giuseppe Montanera, accusati dalla Procura antimafia di essere gli esecutori materiali del delitto; e Salvatore Ciotola e Carmine Rovai, che avrebbero invece fornito al commando di morte l’appoggio logistico.
L’8 luglio del 2015 Giuseppe Ambra, quattro mesi dopo la propria decisione di passare dalla parte dello Stato, come ricorda Il Roma, raccontò agli inquirenti della Dda tutto ciò di cui sarebbe a conoscenza in merito a quel clamoroso agguato: “L’omicidio di Gaetano Marino venne deciso dopo la morte di Ciro Abrunzo (ucciso a Barra il 21 giugno 2012, ndr), commesso da un’allanza tra gli Amato-Pagano e la Vanella Grassi. Ciro Abrunzo era infatti un parente sia di Arcangelo Abete che di Vincenzo, Gennaro e Raffaele Notturno.
Dopo questo omicidio eclatante, avvenne un ulteriore episodio di sangue, il tentato omicidio di Giovanni Esposito ‘o muorto, esponente apicale del clan Abbinante e cognato di Antonio Abbinante (padre dell’indagato Arcangelo, ndr). Fu la conferma che la Vanella stava agendo alle nostre spalle e quindi i capi del clan Abete- Abbinante-Notturno, tra cui Giuseppe Montanera, referente della famiglia Abbinante, decisero una strategia di omicidi eclatanti in risposta, mettendo i cognomi delle famiglie avversarie a terra”.
Gli Scissionisti di Secondigliano, stando così le cose, non si sarebbero accontentati di una vendetta di basso profilo. A morire, dovevano essere proprio i boss che portavano i cognomi dei nuovi nemici giurati. E Gaetano Marino, all’epoca reggente della cosca delle Case Celesti, aveva infatti ormai da tempo stabilito un solido asse con la famiglia Leonardi della Vanella Grassi. Da qui la decisione di eliminarlo.
Il pentito Ambra prosegue dunque nel suo racconto: “Questa strategia venne decisa subito dopo il tentato omicidio di Giovanni Esposito. Alcuni giorni dopo fu eseguito l’omicidio di Alfredo Leonardi, precisamente dal gruppo di fuoco degli Abbinante. Dopo il delitto gli Abete-Abbinante-Notturno puntarono a un altro obiettivo che recasse il cognome dei loro principali avversari e venne scelto e venne scelto Gaetano Marino. Si venne a sapere che lui andava a villeggiare a Terracina, ma non si sapeva in che periodo.
L’incarico di compiere questo omicidio venne assunto dal gruppo di fuoco degli Abbinante, detto del rione Monterosa, coinvolgendo Giuseppe Montanera, che era l’esponente apicale, quello che decideva gli omicidi per gli Abete-Notturno. Io venni messo a conoscenza di questo delitto il 10 agosto 2012”.

(nella foto da sinistra i quattro killer: Arcangelo Abbinante, Giuseppe Montanera, Salvataore Ciotola, Carmine Rovai)


Articolo pubblicato il giorno 16 Novembre 2017 - 10:56 / di Cronache della Campania
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