Il ministero della Giustizia ha disposto il carcere cura, su richiesta della Dda di Napoli, del boss di Melito, Ciro Mauriello. Il reggente della cosca degli scissionisti degli Amato-Pagano, secondo l’antimafia è pericoloso anche in carcere e sarebbe riuscito a inviare messaggi all’esterno nel corso di questo ultimo periodo di detenzione.
E per questo che è stato disposto il carcere duro. Mauriello fu arrestato nel corso di un blitz congiunto di carabinieri e polizia nel gennaio scorso qualche settimana dopo l’arresto della donna boss “zia” Rosaria Pagano. E’ stato anche condannato, nel processo che si è celebrato con rito abbreviato, a 9 anni di carcere, per associazione camorristica e con lui il suo ex numero due ovvero Pietro Caiazza e i fratelli Maurizio ed Elia Cancello. Mauriello, nonostante fosse agli arresti domiciliari aveva un ruolo di comando all’interno della cosca.
Non a caso la stessa Rosaria Pagano, lo scorso anno era andato nella sua abitazione per chiedergli di richiamare il figlio e i suoi amici tra cui Raffaele Mauriello, figlio di Ciro, per alcune intemperanze che stavano combinando in giro. Il figlio minorenne della Pagano è stato poi arrestato a giugno scorso perché ritenuto il responsabile del duplice omicidio, in concorso con Raffaele Mauriello e Carmine Della Gaggia, di Alessandro Laperuta e Achir Mohamed Nuvo avvenuto nella zona della 219 a Melito il 20 giugno dello scorso anno.
In quel periodo gli investigatori avevano sotto intercettazione la casa di Mauriello e furono registrati una serie di summit con la Pagano e gli altri affiliati nel quale oltre a discutere della vicenda delle intemperanze dei giovani della cosca la Pagano riuscì a fermare anche Mauriello che aveva deciso di eliminare Pietro Caiazza.
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