“Hai pagato alla persona sbagliata”, cosi Nicolas Brunetti, esponente dell’ex paranza dei Bimbi di Forcella aveva minacciato gli imprenditori del chiosco della Maddalena finiti nel giogo dei signori del racket.
Anzi in due: perché pagavano sia il clan Mazzarella sia i Brunetti che attraverso il giovane Nicolas avevano cominciato a prendere il sopravvento della zona. “Il capo della Maddalena sono io” aveva più volte minacciato rivolgendosi ai due fratelli imprenditori.
Furono addirittura convocati a casa del camorrista per ricevere minacce su disgrazie incombenti se non avessero pagato in tempo 10 mila euro, cifra poi abbassata a 5 mila, a ‘rate’ di mille al mese.In un’occasione era presente Giuseppe Gambardella che mostrò ai due la pistola presente nella cintola dei pantaloni. Dopo aver versato la quota di 5mila euro, passa giusto qualche mese e da loro si presenta Giuseppe Catapano per conto del clan Mazzarella, al quale era stata data in gestione la zona. I due fratelli sono costretti a pagare altri 3-4mila euro.
Passano pochi giorni, Catapano era stato arrestato. Siamo nel mese di luglio e si ripresenta da loro il clan Brunetti. “Dovete pagare un’altra quota”. Fu quest’ultima visita che spinse i due fratelli, sfiniti, a chiudere e a rivolgersi alle forze dell’ordine raccontando per filo e per segno quello che erano stati costretti a subire. E così stamane sono stati notificati gli arresti. Sono nove i destinatari della misura cautelare, quattro erano in libertà, uno ai domiciliari e tre già detenuti. Adesso sono tutti in carcere.
Si tratta di Maurizio Abbagnara, 40 anni, Nicolas Brunetti, 24 anni, Luca Capuano, 26 anni, Gennario Catapano, 38 anni, Salvatore Celentano, 31 anni, Antonio Esposito, 22 anni, Giuseppe Gambardella, 26 anni, Antonio Rivieccio, 26 anni.Il nono al momento è irreperibile. Sono tutti ritenuti affiliati al clan Brunetti ad eccezione di Gennaro Catapano, scissionista dei Mazzarella arrestato lo scorso 11 luglio insieme ad altri quattro esponenti del gruppo che aveva messo il suo quartier generale alle Case Nuove. Con Catapano furono arrestati Raffaele Micillo (38 anni), Domenico Di Perna (38 anni) e il killer al servizio di due clan ovvero Salvatore Maggio, 37 anni, diventato poi collaboratore di giustizia.
“Denunciate, e’ l’unica strada possibile. Quando si ha il coraggio di fidarsi della magistratura e delle forze dell’ordine ci si libera della morsa. Recatevi in commissariato, in questura e denunciate”, e’ l’appello di Luigi Rinella, capo della Squadra Mobile partenopea. E a Nicola Brunetti che diceva alle sue vittime che il quartiere era “di sua proprieta'”, Rinella ribatte: “Se fosse qui davanti a me gli direi che non e’ cosi’. e che il rione e’ dei commercianti e dello Stato”.
La Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane, in una nota “esprime gratitudine alla Polizia di Stato ed alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli per l’operazione che ha portato, nella notte scorsa, all’arresto di nove persone accusate di estorsione aggravata dal metodo mafioso nel quartiere di Porta Capuana”. Si tratta di un’operazione particolarmente importante poiche’, si legge nella nota a firma del presidente della Fai, Tano Grasso e dal presidente della Fai antiracket ‘Porta Capuana’, Ulderico Carraturo “eseguita in un’area difficile della citta’, segnata da un forte radicamento della criminalita’ organizzata e da continui episodi di violenza.
Proprio per questo assume ancor piu’ valore la collaborazione fornita dalle vittime, giovani operatori economici, sintomatica di una proficua sinergia messa in atto da associazioni antiracket e Forze di Polizia”.
(da sinistra nella foto Luca Capuano, Maurizio Abbagnara, Salvatore Celentano e Gennaro Catapano)
Articolo pubblicato il giorno 29 Novembre 2017 - 21:31