“Siamo stati noi, confessiamo di aver partecipato all’omicidio di Genny Cesarano”. Sono racchiuse in queste poche parole le ammissioni di due dei quattro killer che la notte del 6 settembre del 2015 uccisero il 17 enne del rione Sanita’ a Napoli sparando a un gruppo di persone.
Un raid armato voluto da Carlo Lo Russo, ex boss del quartiere di Miano ora pentito che in uno dei suoi primi verbali aveva fatto riferimento alla ‘stesa’ che aveva ordinato per punire un affronto del capoclan nemico Pietro Esposito – poi ucciso l’anno successivo – che aveva osato far sparare colpi di pistola nel suo quartier generale al rione don Guanella.
Questa mattina, prima delle discussioni degli avvocati difensori, due imputati hanno preso parola: Luigi Cutarelli, ventenne che ha gia’ un ergastolo alle spalle, e Mariano Torre, anch’egli con una condanna al carcere a vita. Hanno ammesso di aver partecipato all’omicidio costato la vita al ragazzo colpito da un proiettile vagante mentre provava a scappare.
Nella scorsa udienza Ciro Perfetto, altro imputato, aveva inviato una lettera alla famiglia di Genny chiedendo perdono per quello che aveva fatto quella notte. Alla sbarra ancora Antonio Buono che per ora non ha deciso di confessare. Il pm Enrica Parascandolo nella scorsa udienza aveva chiesto per tutti la pena dell’ergastolo tranne che per Carlo Lo Russo, che da pentito, gode delle attenuanti con una richiesta a sedici anni. La sentenza e’ prevista per fine mese.
Avellino - Nel pomeriggio di ieri, lungo Corso Vittorio Emanuele, un cittadino tunisino è stato… Leggi tutto
Napoli. Due pusher diciottenni entrambi del quartiere Secondigliano sono stati arrestati dalla polizia mentre facevano… Leggi tutto
Condannati definitivamente a 23 anni gli assassini di Maurizio Cerrato, ucciso per un parcheggio a… Leggi tutto
Napoli - "Dobbiamo garantire l'accesso a tutti, tutti hanno il diritto di andare in vacanza,… Leggi tutto
Il Tribunale di Benevento ha preso una decisione significativa in merito al caso di C.G.,… Leggi tutto
Sta per essere dimesso e tornare a casa Dario, giovane paziente (soli 46 anni) che… Leggi tutto