“Antimo Liccardo a Giugliano comanda piu’ del sindaco”. Sono queste le parole di Giuliano Pirozzi, collaboratore di giustizia del clan Mallardo, sgominato con l’arresto di 19 persone tra le quali la notifica in carcere di un’ordinanza di custodia cautelare anche per il capoclan Francesco detto ‘Ciccio’, intercettato con una microspia. Liccardo e’ uno dei destinatari della misura cautelare e per i Mallardo ha gestito gli affari in Toscana oltre ad essere un dipendente del comune “ma era espressione di Giuseppe e Francesco Mallardo e tutti lo sapevano”, ha detto Pirozzi.
Dalle dichiarazioni di Pirozzi emerge il ruolo di Liccardo come “al centro degli affari di speculazioni edilizie alle quali il boss Mallardo era interessato”. Ed e’ in una intercettazione ambientale del 30 settembre 2014 tra il capoclan e un altro Liccardo, ovvero Paolo, imprenditore finito ora in carcere, che emergono gli affari condotti dalla cosca di Giugliano nel resto d’Italia. “Siccome dovrebbero fare un grosso lavoro a Lago Patria, dovrebbero realizzare 900 milioni di lavori” e l’ordine era “devi infiltrarti”, sentono gli investigatori.
“Vedi un attimo se ti puoi infilare in mezzo, poi dopo insomma vediamo come fare”, dice il boss al suo uomo che d’accordo risponde: “Va bene, tutto questo solo su autorizzazione vostra”.
Come per dire, “comandate e io eseguiro'”. E’ proprio ‘Ciccio’ in persona a chiedere a Liccardo di interessarsi della speculazione immobiliare programmata, della quale era venuta a conoscenza. Aveva un foglietto sul quale c’era segnato tutto, sia le ditte che facevano riferimento a lui: “Quelle in Toscana”, sia le ditte che aveva dato in gestione ad altri, come un supermercato a Giugliano.
Articolo pubblicato il giorno 7 Novembre 2017 - 18:15