Fine pena mai per gli otto esponenti della Vanella-Grassi accusati di essere mandanti ed esecutori materiali del duplice omicidio Raffaele Stanchi e Luigi Montò uccisi in maniera barbara l’8 gennaio del 2012.
Una mazzata pesantissima che chiude uno dei capitoli più sanguinari della terza faida di Scampia, quello che vide come protagonisti i famosi “Girati della Vinella” che con questa sentenza escono di scena definitivamente dalla geografia criminale di Secondigliano e Scampia.
Massimo della pena dunque per Antonio Mennetta, detto er nino, Fabio Magnetti, Umberto Accurso (il boss “fantasma” per alcuni anni e autore del clamoroso attentato alla caserma dei carabinieri di Scampia lo scorso anno).
Con i tre che si erano alternati ai vertici del sanguinario gruppo criminale di via Vanella-Grassi hanno ricevuto l’ergastolo anche gli autori materiali e i complici di quell’orrendo duplice delitto. Ovvero Francesco Barone, Ciro Castiello, Luigi Aruta, Edoardo Zaino e Alessandro Grazioso.
L’altro pomeriggio in carcere era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per lo stesso duplice omicidio Raffaele Russo detto Geremia che all’epoca era ancora minorenne.Raffaele Stanchi e Luigi Montò vennero prima soffocati, poi fatti ritrovare con le mani mozzate e dati alle fiamme: i loro cadaveri sfigurati furono ritrovati nei pressi del cimitero di Melito.
“Lello bastone”, all’epoca 33enne, sarebbe stato assassinato in seguito all’acquisto di una grossa partita di droga dalla Vanella Grassi. Droga che però non avrebbe mai pagato ai “Girati”. Ecco perché, secondo la Dda, scattò la trappola in cui il ras cadde insieme a Luigi Montò. Si fidò, nonostante la sua esperienza negli ambienti di malavita, delle persone sbagliate e parcheggiò la propria autovettura per salire su quella dei carnefici.
Stanchi, affermato ras dei traffici di stupefacenti per conto del boss Arcangelo Abete, e il suo guardaspalle Luigi Montò furono così attirati in un tranello e poi ammazzati a Miano, nell’abitazione di Carlo Matuozzo, allora fedele braccio operativo proprio della Vanella. Era l’8 gennaio 2012.
I due cadaveri furono trovati carbonizzati la mattina successiva nei pressi del camposanto di Melito. Si trattò di un tentativo di depistare le indagini, ma soprattutto di disorientare i nemici della Vanella, facendogli credere che si trattasse di un’epurazione interna. Decisive ai fini delle indagini sono state le dichiarazioni rese dall’ex ras dei “Girati” Rosario Guarino, alias “Joe Banana”.
Ma anche il riascolto di un’intercettazione ambientale risalente al 31 ottobre 2011. “Lello bastone” conversava con un uomo ad oggi non identificato e i due fecero dei riferimenti all’intenzione di non pagare quelli della Vanella (il cartello Petriccione-Mennetta-Magnetti, alleatosi con i Marino e i Leonardi) per la droga. Ecco alcuni passaggi registrati dalla microspia e riportati da Il Roma. Erano le 16 e i due si trovavano in macchina.
Lello: “Non si fa niente manco al bar”.
Sconosciuto: “Che cosa Lellù?”.
Lello: “’O bar”.
Sconosciuto: “Perché non stai lavorando?”
Lello: “(incomprensibile)”
Sconosciuto: “Azz, a posto di andare avanti, andiamo indietro allora?”.
Lello: “Lello bastone ti dava 3-4mila euro al mese, stai a posto, che tieni da vedere? 3 o 4 di là e 2 la pizzeria… sette… chi sta meglio di te? Nessuno”.
Sconosciuto: “Ora devo vedere di organizzarmi un altro poco, perché so pochi… non abbiamo abboccato neanche niente più”.
Lello: “Io avevo “inciarmato” con quello scornacchiato di quel Carletto là… quello ci ha ucciso a noi”.
Sconosciuto: “Gli devo far uscire la merda dalla bocca, gli devo fare una sfaccimma di paliata… come non ci sta più la Vanella… senti, ti faccio vedere, vado là, mi prendo la roba, non la pago, metti qua… metti”.
Lello: “Se non era a fine di mese ci abbuscavamo nà cosa”.
(nella foto di copertina il luogo dove furono ritrovati i due cadaveri bruciati di Stanchi e Montò a Melito. Nei riquadri da sinistra le foto di sette degli otto condannati per il duplice omicidio: Antonio Mennetta, Fabio Magnetti, Umberto Accurso, Francesco Barone, Ciro Castiello, Edoardo Zaino e Luigi Aruta)
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