La prossima settimana, l’8 novembre, il plenum del Csm nominera’ il successore di Franco Roberti al vertice della procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Il favorito e’ l’attuale procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho: in Commissione ha ricevuto cinque voti a favore a fronte di un solo consenso andato al suo diretto concorrente, il pg di Palermo Roberto Scarpinato. Un dato che rende piu’ che probabile che sara’ lui il successore di Roberti, che va in pensione il 16 novembre prossimo.
Se il copione sara’ rispettato, per De Raho si trattera’ di una sorta di “risarcimento” da parte del Csm, che a luglio alla sua candidatura a procuratore di Napoli preferi’ con pochi voti di scarto quella di Giovanni Melillo, che aveva lasciato pochi mesi prima l’incarico di capo gabinetto del ministro della Giustizia Orlando. Napoletano, 65 anni, De Raho ha una lunga esperienza nella lotta alla criminalita’ organizzata.
Per buona parte della sua carriera, a Napoli, ha condotto inchieste contro la camorra e, in particolare,contro il clan dei Casalesi; nel suo curriculum spicca il processo ‘Spartacus’, che porto’ alla condanna di centinaia di camorristi e che segno’ – come scrive la relatrice della proposta di maggioranza Paola Balducci – “uno dei momenti piu’ importanti della lotta dello Stato” ai clan campani.
Passato a occuparsi di ‘ndrangheta con la nomina nel marzo del 2013 a procuratore di Reggio Calabria, De Raho si e’ occupato anche di Cosa Nostra e terrorismo (agli esordi della sua carriera a Milano segui’ le indagini successive all’omicidio Alessandrini ed e’ l’esclusivo titolare del settore a Reggio Calabria). Tutti elementi, che uniti all’attenzione posta al coordinamento investigativo ed alla cooperazione internazionale (De Raho ha intrattenuto rapporti con Europol, Eurojust e la Dea), secondo la relazione di maggioranza, inducono a preferire il procuratore di Reggio a Scarpinato.
La relazione di minoranza a favore di Scarpinato (relatore Valerio Fracassi) fa pesare invece i “risultati straordinari” conseguiti dal magistrato, che ha 65 anni, e’ nato a Caltanissetta ed e’ stato tra l’altro pm nel processo Andreotti. Il Pg di Palermo – sottolinea il documento – si e’ occupato “dei processi “storici” piu’ importanti alla mafia siciliana (a cominciare da quello a carico di Michele Greco per gli omicidi politici di Cosa Nostra, di Piersanti Mattarella e Pio La Torre). Ha dalla sua una “superiore” conoscenza del fenomeno mafioso e da piu’ tempo, rispetto al suo concorrente, svolge funzioni direttive (e’ stato anche Pg di Caltanissetta).
Quella dell’8 novembre non e’ la sola nomina di peso che attende il Csm. Entro dicembre va ridisegnato l’intero vertice della Cassazione, per sostituire il primo presidente Giovanni Canzio e il Pg Pasquale Ciccolo, che vanno in pensione. E vanno anche nominati i loro “vice”. Una partita impegnativa anche per i candidati scesi in campo. Per il posto di Pg concorrono tra gli altri l’ex presidente dell’Anm Piercamillo Davigo, il capo del Dap Santi Consolo, il Pg di Roma, Giovanni Salvi e quello di Napoli, Luigi Riello.
Davigo e’ candidato anche per il posto di primo presidente che vede tra i tanti concorrenti, assieme a tanti presidenti di sezione in Cassazione, anche i presidenti delle Corti di appello di Roma, Luciano Panzani, di Milano, Marina Tavassi e di Firenze Margherita Cassano.
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