I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Napoli hanno revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di Pasquale Sommese. Dopo due mesi di carcere e cinque mesi ai domiciliari è tornato in libertà l’ex assessore regionale al Turismo della giunta Caldoro, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti truccati in decine di comuni della Campaniaribattezzata ‘la Regina’ dal cognome del maggiore indagato dell’indagine.
Sommese ha lasciato questo pomeriggio gli arresti domiciliari. Il 15 marzo scorso Sommese e’ stato destinatario di una misura cautelare con altre 66 persone. Difeso dai penalisti Romeo Del Giudice e Vincenzo Maiello, Sommese e’ imputato davanti alla prima sezione penale e deve decidere in merito ad alcune richieste di costituzione di parte civile, mentre dinanzi a un altro giudice si sta celebrando l’incidente probatorio nel corso del quale va avanti l’esame del reo confesso Antonello Sommese, cugino ed ex assistente dell’ex assessore regionale.
Sommese ha scelto di difensersi dalla contestazioni dicendo di essere vittima di millantatori, ma il Riesame confermo’ il provvedimento restrittivo nei suoi confronti. I pubblici ministeri che hanno chiesto ed ottenuto il suo arresto gli contestano di aver preso soldi per favorire in appalti pubblici un imprenditore, Guglielmo La Regina, e la sua cordata e in maniera decisa.
A suo carico quattro ipotesi di corruzione, per l’indagine che ha coinvolto 66 persone tra imprenditori, professori universitari e politici. Secondo i pm della Dda che hanno condotto le indagini delegandole al Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, l’imprenditore di Posillipo era al centro di un ‘sistema La Regina’ ed era gia’ al centro delle indagini su casi di corruzione per il rifacimento di palazzo Teti Maffuccini di Santa Maria Capua Vetere. Contro di lui, e soprattutto contro Sommese, ci sono anche le dichiarazione accusatorie di un ‘pentito’, Loredana Di Giovanni, donna chiave dell’indagine, indagata a piede libero, che ha presentato Sommese a La Regina e che portava le tangenti ai professori universitari, sceglieva i componenti delle commissioni tecniche che altro non facevano che approvare un progetto gia’ cucito addosso per l’imprenditore.
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