Un interrogatorio di garanzia come tanti altri che si è trasformato in un vero e proprio incontro sul ring quando l’indagaato ha cercato di aggredire il giudice. È successo mercoledì: da una parte c’era Graziano Afratellanza, l’uomo che ha sgozzato i genitori nel sonno nella loro abitazione di Parete, la notte tra lunedì e martedì dall’altro capo del tavolo c’era il giudice Raffaele Coppola, in servizio nel distretto di Napoli nord.
Dopo l’interrogatorio e la firma del gip sull’ordine di convalida dell’arresto in carcere, Graziano Afratellanza, quarantenne con gravi problemi psichici, ha aggredito con parole pesanti e minacce il magistrato e ha cercato di afferrargli la giacca e colpirlo. Attimi di paura hanno attraversato la stanza, ma Graziano Afratellanza è stato subito bloccato dagli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere e trasferito nella sua cella, nel reparto psichiatrico della casa circondariale. Dove è rimasto sino ad oggi e resterà fino a quando la nuova terapia darà i suoi frutti.
Questo non è bastato a evitare un parapiglia che ha agitato tutti: magistrati, cancellieri e agenti di polizia. Ciò che è accaduto ha fatto subito scattare la reazione dei magistrati del tribunale di Napoli Nord ad Aversa che adesso chiedono «un rafforzamento di strumenti di tutela dei magistrati nell’esercizio delle proprie funzioni».
Così, ieri, la sottosezione dell’Associazione Nazionale Magistrati di Napoli nord ha diffuso un documento di «condanna» che esprime solidarietà «a Coppola destinatario di un tentativo di aggressione».
A firmare l’atto di vicinanza a Coppola sono state la presidente dell’Anm Patrizia Dongiacomo e la segretaria Cristina Capone.
«Questo episodio che si innesca in una vicenda estremamente triste e feroce – si legge nel manifesto – rappresenta un evento gravissimo ai danni del collega e di tutti i magistrati che ogni giorno si accingono a svolgere il proprio lavoro. In qualunque momento e in qualunque circostanza i magistrati possono diventare i destinatari di condotte di minacce e aggressioni. Per questo motivo la sottosezione di Napoli nord dell’Anm auspica che per il futuro sia rafforzata la tutela per coloro che svolgono il nostro lavoro».
Più attenzione alla sicurezza delle toghe, dunque, che, usciti dagli uffici, sono soli, disarmati.
Il tentativo di aggressione dell’indagato, in questo caso, è successo in carcere e, quindi, è stato subito sedato. Ma ciò potrebbe accadere anche fuori dalle celle.
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