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Un secolo di carcere per la banda di rapinatori che terrorizzava il Giuglianese e la provincia di Caserta

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Il blitz scattò la mattina del 29 marzo scorso. A sgominare la banda specializzata in furti furono i Carabinieri di Casal di Principe. Quindici persone finirono in carcere, quattro ai domiciliari con le accuse di associazione a delinquere, furto, ricettazione ed estorsione.
Nella giornata di ieri sono arrivate le condanne. Quasi un secolo di carcere per dieci persone, smantellata una vera e propria banda di rapinatori. La sentenza è stata pronunciata ieri mattina nel processo con rito abbreviato che vede 10 delle 19 persone coinvolte accusate di associazione a delinquere, rapina aggravata, furto aggravato, ricettazione ed estorsione. Il giudice ha accolto le richieste dei pubblici ministeri aumentando anche le condanne.
La pena più alta è stata data a Pasquale Cuciniello e Vincenzo Nave: ben sedici anni. Per Antonio Fiorillo, invece, quattordici anni, dodici anni a Carmine Cante, otto anni e quattro mesi nei confronti di Giuseppe Rendola, otto anni nei confronti di Salvatore Leoncino. Sette anni e quattro mesi nei confronti di Vincenzo Perrone Carmela Cigliano (moglie di Pasquale Cuciniello). Sei anni, infine, nei confronti di Rosa Pagano e Vincenzo Posillipo.
La banda  è accusato di aver messo a segno ben venti  colpi. Il primo un anno fa, il 31 marzo del 2016: la rapina alla gioielleria Zoppi di Casal di Principe, da cui ha avuto origine l’inchiesta. Due mesi dopo tocca al bar tabacchi “Peccati Divini” di Giugliano: agiscono in 5, minacciando i titolari con una pistola e portando via merce per 2000 euro. Poi è la volta della ricettazione dei 270 pacchetti di sigarette asportati durante la rapina.
Il bar tabacchi di Giugliano era già stato rapinato il 30 gennaio, quando, a vario titolo, 4 soggetti, minacciando i titolari con una pistola, avevano portato via 12 stecche di sigarette e 250 euro in contanti. Il 29 maggio sono accusati del furto di autovettura Fiat panda commesso a Giugliano da 3 soggetti mediante l’utilizzo di una chiave per l’apertura delle auto denominata “mille righe”.
La banda è accusata anche della tentata rapina al bar tabacchi Zanzibar di Villaricca del 2 e 3 giugno, pianificata da 3 soggetti che dovevano commettere il reato all’apertura dell’esercizio commerciale, non riuscendo nel loro intento solamente perché il 2 il titolare si richiudeva nel bar subito dopo l’apertura e il 3 per la presenza di una pattuglia dei Carabinieri di Casal di Principe.
Poi c’è la rapina alla gioielleria Tammaro di Villaricca dell’11 giugno commessa da uno degli indagati che, in concorso con soggetto non identificato, utilizzando autovettura rubata e minacciando il titolare con una pistola, dopo avergli legato i polsi e averlo fatto cadere a terra, asportava somma contante di euro 200 e vari monili. Il 13 giugno rapina al tabacchino Rugantino di Giugliano, commessa, a vario titolo, da 4 degli indagati che, in concorso con soggetto non identificato, utilizzando autovettura rubata, minacciando il titolare con un fucile a canne mozze e colpendolo con un pugno al volto, si impossessavano di cento euro.
Due giorni dopo tentato furto alla tabaccheria di Villaricca commesso, da 3 indagati che, unitamente a soggetto da identificare, forzavano con arnesi atti allo scasso la saracinesca del locale non riuscendo nel loro intento a causa del passaggio di alcuni clienti davanti all’esercizio commerciale.
Ancora il furto di una Fiat Panda commesso a Giugliano da due soggetti mediante l’utilizzo di una chiave per l’apertura delle auto “mille righe”. Il 20 giugno furto nella bottega di un artigiano ad Arzano commesso, a vario titolo, da 3 soggetti che penetravano all’interno dell’esercizio commerciale utilizzando la chiave fornita dalla basista, coindagata, domestica presso l’abitazione della vittima, e asportavano un televisore Lcd e una carta Bancoposta.
Poi c’è l’estorsione commessa con il metodo del cavallo di ritorno da una indagata, domestica dell’anziano signore vittima del reato, che, dopo aver sottratto un’autovettura, costringeva il proprietario a consegnare 2000 euro per rientrarne in possesso minacciandolo di dare fuoco al veicolo.
Ancora il furto commesso da un’indagata in danno dell’anziano signore presso l’abitazione del quale era impiegata come domestica, al quale sottraeva nel tempo la somma complessiva di 2.500 euro. Poi il furto commesso il 22 giugno, da 4 soggetti che, dopo essersi intro- dotti all’interno dell’abitazione di una donna di Varcaturo, portavano via beni per un valore di 2.000 euro.
E ancora il furto commesso il 23 giugno, da 4 persone all’interno dell’abitazione di un’anziana donna di Giugliano, parente di un’indagata che, con la sua complicità, permetteva di sottrarre la somma in contanti di 6.000 euro ed oggetti preziosi per un valore superiore ai 20.000 euro. Ancora il furto a bordo di auto commesso a Villaricca il 25 giugno da 2 soggetti che, dopo aver aperto l’auto, rubavano un telefono cellulare e una busta e il tentato furto di un’auto non portato a termine. Il giorno dopo rapina al distributore di carburanti Als di Villaricca commessa da 3 soggetti minacciando i dipendenti con una pistola e prelevando somma contante pari a 1.500 euro.
Poi la rapina al supermercato “A Casa Mia” di Casapulla del 21 marzo, com- messa da 2 indagati unitamente ad altri complici, con un bottino di 50.000 euro. In ultimo la rapina al centro medico “Benedetto Croce” di Giugliano del 22 giugno 2015, commessa da un indagato con un soggetto non identificato, minacciando il proprietario e una di- pendente con una pistola e sottraendo 250 euro dalla cassa del centro e 400 euro dal portafogli del titolare.


Articolo pubblicato il giorno 26 Ottobre 2017 - 07:50

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