“L’ho ucciso a coltellate durante un rapporto sado-maso, poi ho caricato il corpo in auto e l’ho abbandonato in Italia”. E’ ad una svolta il caso del cadavere semicarbonizzato trovato il 19 agosto vicino ad Aosta. Mancano ancora gli ultimi accertamenti ma appare certo che la vittima sia un tecnico informatico di Lione (Francia), Jean-Luc D., di 52 anni.
Ucciso da una escort di 30 anni piu’ giovane, Anaelle P., sua connazionale, che ha confessato l’omicidio e che si trova in stato di fermo. La donna lavorava a Ginevra (Svizzera). A pochi chilometri da Divonne-les-Bains (Francia), dove il cellulare della vittima ha mandato gli ultimi segnali.
Era la sera del 16 agosto e – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti francesi – i due erano insieme. L’auto dell’uomo, una Peugeot 306 di colore verde, era sparita. Trovata poi in un’altra localita’ della zona, dopo che le telecamere avevano registrato il suo passaggio nel traforo del Monte Bianco.
A casa della giovane, a Saint Genis Pouilly, un comune francese sempre vicino alla frontiera svizzera, sono state rinvenute tracce di sangue. Coperte da pittura fresca, data nelle ultime settimane.
Da quella sera il cellulare dell’uomo si e’ spento, ma si sono intensificati i prelievi con la sua carta di credito, ad opera di una persona con il volto coperto. I cui spostamenti coincidono con quelli del telefono di Anaelle.
Il corpo e’ stato abbandonato e bruciato in una radura di Fenis, vicino a una pista ciclabile vietata alle auto. Raggiungibile pero’ in pochi minuti dal casello dell’autostrada A5 che arriva direttamente dal traforo del Monte Bianco. A scoprirlo, la mattina del 19 agosto, era stato un passante.
L’autopsia svolta ad Aosta dal medico legale Roberto Testi aveva individuato in particolare due ferite da arma da taglio. Coltellate date dall’alto verso il basso, all’altezza del collo. E che in un primo momento erano state confuse con colpi d’arma da fuoco.
Ma quel corpo, avvolto in un telo, caricato in auto e poi dato alle fiamme a Fenis, aveva subito altri traumi: fratture al bacino e alla colonna vertebrale, che risalgono a dopo il decesso. Avvenuto almeno 24-48 ore prima di essere bruciato, ipotizzavano i carabinieri.
Una tempistica che corrisponde con quella descritta dalla giovane escort. Che la polizia francese ritiene pero’ non essere forse l’unica responsabile: una ragazza esile, da sola, avrebbe potuto caricare da sola il corpo di un uomo in macchina, per poi scaricarlo e dargli fuoco?
Per questo nei suoi confronti non si procede per Omicidio, ma per sequestro di persona seguito da Omicidio, ipotesi di reato a carico di una ‘banda organizzata’. Le indagini, quindi, non sono finite.
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