“Nel giorno della graduatoria di ingresso alle facolta’ di Medicina, sale la protesta dei candidati esclusi in seguito al test dello scorso 5 settembre, macchiato da diverse irregolarita’: problemi relativi alla scheda anagrafica, non rispetto delle tempistiche, mancati controlli e utilizzo di smartphone. Al centro delle polemiche anche la questione delle domande non inedite, come accaduto gia’ l’anno scorso e confermato anche dal Consiglio di Stato attraverso l’ordinanza 4193/17”. E’ quanto dichiara Consulcesi in una nota. “Oltre 4mila studenti- spiega Consulcesi- si sono gia’ rivolti a Consulcesi che ha messo a loro disposizione il portale web http://www.numerochiuso.info, uno sportello virtuale per avere informazioni su come tutelarsi riguardo possibili scorrettezze durante l’esame. Mentre si annuncia la consueta valanga di ricorsi, sono sempre i Tribunali a dover dire l’ultima parola: decine di studenti ‘iscritti con riserva’ a Medicina per le irregolarita’ riscontrate nei test d’accesso del 2014 hanno ottenuto l’ammissione definitiva attraverso una nuova sentenza del Tar del Lazio che assesta l’ennesimo duro colpo al sistema del numero chiuso. Gli atenei dove si e’ registrato il maggior numero di studenti ‘consolidati’ sono quelli di Napoli (all’Universita’ Vanvitelli e alla Federico II) e alla Statale di Milano”. “Il Tar del Lazio con questa sentenza- spiega l’avvocato Marco Tortorella, che ha patrocinato i ricorsi per Consulcesi- ha sostanzialmente ritenuto consolidate le iscrizioni al corso di laurea ottenute in virtu’ dell’ordinanza cautelare del Consiglio di Stato (Ordinanza n. 2557/15) in ragione degli esami sostenuti e delle iscrizioni agli anni successivi». Consulcesi aveva infatti ottenuto dal Consiglio di Stato che gli studenti che avevano aderito ai ricorsi per le irregolarita’ della prova del 2014 venissero iscritti con riserva a Medicina. Questo ha dunque permesso loro di seguire i corsi e portare avanti gli esami, in attesa che il Tar del Lazio si esprimesse in maniera definitiva sulla riammissione”.
Con la sentenza in oggetto, il Tribunale amministrativo regionale – senza neanche entrare nel merito della questione – ha stabilito che gli studenti avevano avviato e portato avanti una carriera universitaria troppo consolidata per poter essere cancellata da un giudice. “La consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato- si puo’ leggere nella sentenza- in fattispecie del tutto analoga, ha ritenuto applicabile il principio di cui al richiamato articolo 4, comma 2 bis, del d.l. n. 115/2005 convertito dalla legge, n. 168/2005 con conseguente consolidamento della posizione acquisita in via cautelare da parte ricorrente; pertanto, anche nei confronti di tali ricorrenti il ricorso va dichiarato improcedibile, ma per consolidamento della posizione acquisita”. Tra gli aspiranti camici bianchi che si sono rivolti a Consulcesi la soddisfazione e’ unanime: “Durante il mio test ho riscontrato numerose anomalie, nella mia sede un plico risulto’ manomesso- denuncia Mattia P. di Salerno- L’azione legale era l’unico appiglio a cui mi potevo aggrappare. Non mi sono mai dato per vinto, ci ho sperato fino all’ultimo”. Nicoletta S., studentessa a L’Aquila, sottolinea come per gli iscritti con riserva siano stati “anni difficili, anche perche’ era sempre tutto in bilico”. Gli studenti, comunque, chiedono in massa di superare le attuali modalita’ di ingresso alle facolta’ di Medicina: “Il test andrebbe abolito, bisognerebbe trovare un altro metodo di selezione- sostiene Francesca P. di Catanzaro. “Siamo di fronte ad una nuova sentenza- sottolinea ancora Consulcesi- che conferma le forti perplessita’ che da anni esprimiamo sulle modalita’ dell’accesso programmato a Medicina e sulla regolarita’ delle prove selettive. Solo quest’anno abbiamo ricevuto richieste di assistenza da oltre 4mila candidati. Riteniamo ormai improcrastinabile un intervento mirato a non lasciare nelle mani dei Tribunali il futuro degli aspiranti medici ma anche l’organizzazione delle Universita’ italiane che secondo i principi giuridici anche di quest’ultima decisione del Tar rischiano di dover gestire migliaia di casi di studenti iscritti con riserva e poi ammessi definitivamente, bypassando il test d’ingresso”.
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