Ad ogni ragazzina corrispondeva una categoria professionale: “l’ingegnere”, “l’avvocato”, “il medico”, in base alla quale i clienti venivano contattati e sceglievano, pagando per una prestazione dai 10 ai 100 euro.
Funzionava come una sorta di vero e proprio listino, in base all’avvenenza e all’eta’, il giro di prostituzione minorile smantellato dai carabinieri del Comando provinciale di Avellino che in esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare, firmate dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della procura, hanno arrestato tre persone ad Avellino e nei vicini comuni di Mercogliano e Lapio.
I reati contestati agli indagati sono induzione e sfruttamento della prostituzione minorile, atti sessuali a pagamento con minori e violazione della legge Merlin. Il circolo e’ stato sequestrato dai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Avellino che dal maggio 2016 erano alla ricerca di indizi e riscontri a un racconto fatto dal fidanzato di una delle vittime.
Il giovane riferì ai carabinieri che la sua ragazza appena sedicenne era finita nel giro gestito dal titolare del circolo. L’uomo all’epoca fu arrestato, ma l’attività non si è mai fermata. Negli ultimi mesi i carabinieri hanno registrato il via vai continuo di persone più adulte in quei locali dove si giocava con videogiochi per ragazzi e al biliardino.
E da intercettazioni telefoniche e ambientali sono arrivati altri indizi per l’indagine coordinata dalla procura distrettuale di Napoli. Il gestore del circolo faceva attenzione a non nominare mai le ragazze, ma riusciva a comunicare ai clienti quando c’era quella più adatta ai gusti e alle esigenze. Il tariffario andava dai 10 ai 100 euro, in base alle prestazioni e per le ragazzine i guadagni potevano arrivare anche a 1200 euro al mese.
Clienti facoltosi, professionisti che saranno individuati nei prossimi giorni, in base al materiale raccolto nel corso delle perquisizioni e alle testimonianze che verranno dalle ragazzine coinvolte. Nella stanza appartata del circolo e’ stato sequestrato materiale ritenuto utile alle indagini.
Ma il comandante provinciale dei carabinieri di Avellino, colonnello Massimo Cagnazzo, chiede la massima collaborazione alle studentesse e ai loro parenti. “Sappiamo di situazioni di disagio economico, ma il nostro appello a collaborare – dice – e’ rivolto alle famiglie per aiutarci a individuare tutte le situazioni a rischio”.
Articolo pubblicato il giorno 30 Ottobre 2017 - 18:28