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Solfatara sequestrata, il gip: ”Troppi rischi per i visitatori”

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Nell’ordinanza di sequestro della Solfatara di Pozzuoli disposta nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, scaturita dalla morte di tre visitatori avvenuta il 12 settembre scorso, e’ contenuta la decisione motivata con i rischi per la sicurezza dei lavoratori e dei visitatori.
Carabinieri e polizia hanno sequestrato l’intera area, compreso il camping e la zona del bar. Nell’area di maggiore afflusso dei visitatori, pari a mille metri quadrati di estensione, e’ in atto una forte attivita’ idrotermale, acque e gas in pressione, che determina una importante disgregazione del materiale vulcanico sottostante una piccola crosta che rappresenta il fragilissimo piano di calpestio che sostiene i visitatori.
Il Documento di valutazione dei rischi (Dvr), che deve contenere tutte le procedure necessarie per l’attuazione di misure di prevenzione e protezione da realizzare, e’ stato ”redatto nel 2009, non risulta essere stato mai aggiornato e risulta inadeguato alle caratteristiche del sito”.
E’ uno degli elementi evidenziati nell’ordinanza di sequestro della Solfatara disposta oggi nell’ambito dell’inchiesta. Una decisione motivata con i rischi per la sicurezza dei lavoratori e dei visitatori. Oggi carabinieri e polizia hanno sequestrato l’intera area, compreso il camping e la zona del bar.
Nel provvedimento si sottolinea, tra l’altro, ”l’insussistenza di veri e propri percorsi-guida per i visitatori: nella zona – si legge nell’ordinanza del gip – sono presenti soltanto delle recinzioni, tra le quali la piu’ estesa e’ quella che circonda la zona centrale del cratere” ”che si presenta discontinua ed e’ costituita da pali di legno del diametro di 10 centimetri e da rete metallica”.
Inoltre la zona della Bocca Grande , nella quale insistono le fumarole di maggiori dimensioni ”non risulta assolutamente interdetta da alcuna forma di protezione: alle fumarole, pertanto, puo’ avvicinarsi chiunque anche a distanza molto ridotta dalle fonti di emissione dei gas”.
Nell’area di maggiore afflusso dei visitatori , pari a mille metri quadrati di estensione, e’ in atto – come precisa il consulente tecnico – una forte attivita’ idrotermale (acque e gas in pressione) che determina una importante disgregazione del materiale vulcanico sottostante una piccola crosta che rappresenta il fragilissimo piano di calpestio che sostiene i visitatori”. Tale area – affermano gli inquirenti – ha una pericolosita’ di crollo eguale a quella verificatasi il 12 settembre”.


Articolo pubblicato il giorno 26 Ottobre 2017 - 20:07

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