Convincevano le vittime, per lo più imprenditori edili ed immobiliari, a pagare il ‘pizzo’ dichiarando di essere esponenti della camorra e utilizzando bombe e armi. Quattro persone, di Angri, di Castellammare e di Sant’Antonio Abate, sono state arrestate questa mattina dai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore, supportati dai militari di Castellammare di Stabia e di Torre Annunziata, perchè ritenute responsabili di concorso in estorsioni, tentate e consumate, aggravate dal metodo mafioso.
In carcere sono finiti Marzio Galasso, 54 anni di Sant’Antonio Abate ma residente ad Angri e Aniello Bruno, 49 anni di Angri. Ai domiciliari invece sono finiti Aldo Fluido Esposito, 58 anni di Castellammare ma residente a Pompei e Giovanni Galasso, di 30 anni figlio di di Marzio.
L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, avviata nel febbraio dello scorso anno, in seguito all’esplosione di un ordigno in un cantiere edile di Sant’Egidio del Monte Albino, dove stava sorgendo un centro medico polispecialistico.
Alla base dell’atto intimidatorio, secondo gli investigatori, vi sarebbe, in danno sia dell’impresa esecutrice dei lavori, sia dell’imprenditore committente, una richiesta estorsiva,(per una somma complessiva ammontante a circa 100.000 euro) anticipata da ‘visite’ che gli indagati, armati di pistole, facevano nei luoghi di lavoro.
“Siamo del clan Galasso-Fontanella e se non pagate saltate in aria”, minacciavano. Nel mirino – e’ stato accertato in venti mesi di indagine – anche altre due imprese di costruzione, impegnate ad Angri, nella costruzione di un cavalcavia ferroviario.
Altri cinque complici invece sono stati denunciati in stato di libertà. Si tratta di M. L. di 54 anni di Sant’Antonio Abate, P. G. di 41 anni di Angri, G. M. di 60 anni di Angri, A. N. di 56 anni di Castel San Giorgio e infine V.C. di 69 anni di Angri.
Rosaria Federico
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Articolo pubblicato il giorno 19 Ottobre 2017 - 16:51