Matteo Ricci si candida a essere la mente, colui che pensa e che detta i tempi. Ad Avellino, nella mezz’ora finale che Bollini gli ha concesso, l’ex Perugia ha fatto intravedere una parte del suo repertorio che è variegato e che ne fa un giocatore duttile, ma, al tempo stesso, proprio per questo ancora a caccia della sua precisa collocazione. Ricci ha piedi educati, un buon tiro dalla distanza, non disdegna gli inserimenti come l’interdizione. Poliedrico e pronto ad interpretare più ruoli, il ragazzo cresciuto nel vivaio della Roma e finito alla corte di Lotito, patron della Lazio, in questa stagione ha giocato finanche da terzino destro (contro il Pescara) per sopperire all’infortunio di Pucino. Ora, però, Ricci deve e vuole trovare una sua precisa identità, obiettivo che lo accomuna a tutta la mediana granata, composta da elementi che possono adattarsi in più contesti tattici ma che, forse, non eccellono in nessuno in particolare. Se nell’assalto finale granata al Partenio la coppia MinalaRicci ha dato ottime risposte, contro il Frosinone i due non potranno provare a ripetersi per la squalifica del ragazzo del Camerun. E allora Bollini dovrà ancora cambiare. Odjer, partito titolare al Partenio, potrebbe affiancare Ricci ed i due potrebbero dividersi i compiti: il ghanese più portato al lavoro di rottura, il romano più propenso alla costruzione. Nessuno dei due, però, ha la stazza fisica di Minala e sabato, contro il Frosinone, chili e centimetri potrebbero fare la differenza visto che la squadra ciociara ne ha in abbondanza nel settore nevralgico. Ricci ha dimostrato di avere anche una buona predisposizione al sacrificio, ma la coppia con Odjer potrebbe pagare dazio dal punto di vista fisico, a meno che la struttura più compatta dei due interni granata non consenta loro di sfruttare l’arma della velocità contro i pari ruolo di Longo. Ricci ha cominciato la stagione giocando da interno del centrocampo a tre, fermandosi nel riscaldamento della gara con lo Spezia per un problema fisico che lo ha tenuto fuori anche per la trasferta di Parma. Rientrato per uno spezzone di partita contro l’Ascoli, l’ex Perugia è partito dalla panchina anche in occasione del derby. Il suo ingresso in campo ha conferito qualità e ordine alla manovra assicurando palloni giocabili alle punte, ma anche a Rosina e Sprocati, che, infatti, venendo serviti coi tempi giusti hanno messo sottosopra la difesa irpina. In una fase della gara in cui la squadra di Bollini era obbligata ad assumere l’iniziativa per tentare di rimontare, a Ricci è risultato quasi naturale salire in cattedra, complice anche la scarsa pressione che su di lui hanno esercitato gli avversari. Potendo impostare senza grossi assilli e sfruttando la presenza al suo fianco di Minala, che ha vinto molti duelli e recuperato molti palloni, Ricci ha dato il là con efficacia e lucidità alla manovra della Salernitana. E sabato da lui ci si aspetta una conferma, specie se dovesse partire dal primo minuto.
Articolo pubblicato il giorno 19 Ottobre 2017 - 08:13