Scandalo post terremoto in Umbria, nell’inchiesta della Procura di Napoli viene coinvolta anche una società di consulenza di Castellammare di Stabia. E’la “Slab Italia Sri” con sede al corso dei Gasperi e specializzata in consulenza e formazione.
Secondo le accuse la Slab Italia avrebbe consegnato false certificazioni alle ditte del Napoletano le quali, in sub appalto, si sono occupate della costruzione delle casette (i moduli abitativi Sae, soluzioni abitative d’emergenza) tra Norcia, Perci e Cascia.
La notizia è stata diffusa in questi giorni dal settimanale Panorama. Stando a quanto accertato dai carabinieri durante le ispezioni della Asl sui cantieri, le ditte avevano presentato certificati Iso 9000 e Soa risultati fittizi e realizzati da studi di consulenza, tra cui anche la “Slab Italia Sri” di Castellammare di Stabia.
Sono 7 le imprese del Napoletano che si erano aggiudicate le commesse in subappalto.Il pm Ida Frongillo, della sezione reati contro la pubblica amministrazione coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, ha ordinato numerose perquisizioni, eseguite dai carabinieri del Nas, nelle sedi delle societa’, studi commerciali e di consulenza tra cui anche quella stabiese. Sono quattro al momento gli indagati ai quali sono stati notificati avvisi di garanzia contestualmente all’emissione dei decreti di perquisizione.
Dalle indagini e’ emerso che nei cantieri nel territorio del comune di Cascia lavorano, come si legge nel decreto di perquisizione ”operai sottopagati, privati del vitto sufficiente e di alloggi idonei, esposti a situazioni di grave pericolo per la loro incolumita’ personale”.I lavoratori sono stati reclutati tutti in Campania.
I carabinieri dei Nas hanno accertato che sia il trasporto dal comune di Quarto, in provincia di Napoli, ai cantieri, sia le condizioni di lavoro violano le piu’ elementari norme antinfortunistiche. A tale proposito gli inquirenti sottolineano che gli operai vengono trasportati su furgoni in cattivo stato di manutenzione e in numero eccedente la capacita’ degli automezzi. Lo scenario dell’indagine e’ comunque assai esteso.
Gli imprenditori, che ad avviso degli inquirenti avrebbero dato vita a una associazione per delinquere, si sarebbero avvalsi della copertura di contratti di subappalto e dell’affidamento ad imprese fittizie ”prive di requisiti economici e tecnici”. Presunte irregolarita’ riguarderebbero anche le attestazioni di idoneita’ relativi ai requisiti delle aziende ottenute tramite uno studio di consulenza. Complessivamente sono 12 le societa’ finite nel mirino dell’inchiesta della procura partenopea.
Ciro Serrapica
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