“No logic song” è il brano che anticipa l’uscita dell’ultimo album (20 ottobre) di Eugenio Bennato “Da che sud è sud”. A corredo del primo singolo estratto, il video diretto dal regista e amico del “brigante della musica”, Bruno Colella, reduce dall’uscita del suo ultimo film My Italy.
Questa “canzone di poca logica” è dedicata a una donna misteriosa e affascinante, interpretata nel videoclip da Sonia Totaro – cantante, vocalist e danzatrice di taranta nei concerti di Bennato – interpreta una donna in carriera che viaggia con un autista (Ezio Lambiase, chitarrista oramai storico della formazione del cantautore napoletano) e che, conquistata dal ritmo musicale, viene colta dal “raptus” che è un tipico effetto della musica di taranta.
Nessuna indiscrezione o dettaglio che possa far immaginare chi sia la donna misteriosa a cui Bennato dedica una canzone d’amore. Tutto celato nella coinvolgente e, appunto, misteriosa musica di taranta.
La voce femminile, sensuale e incisiva, che scandisce il brano, è di Francesca Del Duca. “Un testo semplice e leggero sulla dimensione irrazionale e inesplicabile dell’amore e della creazione artistica” – spiega Eugenio Bennato.
Il 25 novembre partirà il suo tour teatrale “Da che sud è sud”, prodotto e organizzato da MusicShow International, dall’Auditorium La Verdi di Milano.
Le date confermate, al momento sono: 4 dicembre al Teatro Diana di Napoli, 15 dicembre al Teatro Palazzo di Bari, il primo febbraio al Teatro Puccini di Firenze, il 2 febbraio all’Auditorium Parco della Musica di Roma e il 12 aprile al Teatro Ariston di Sanremo.
Il disco “Da che Sud è Sud” è composto da dodici brani inediti, quasi pagine di un diario di viaggio in giro per il mondo: dall’America del Sud e del Nord all’Africa dei tamburi e delle carovane della disperazione e della speranza, al Mediterraneo degli scambi e delle barriere, all’Estremo Oriente del mistero e delle leggende.
Ogni brano ha una sua storia e una sua identità, ma tutti sono accomunati dalla presenza, accanto alla voce di Bennato, di una voce che fa risuonare la musicalità di una lingua diversa, dal francese all’inglese, dallo spagnolo al brasiliano, ma anche dall’arabo, con una forte valenza ritmica ed evocativa dei movimenti del presente.
Articolo pubblicato il giorno 11 Ottobre 2017 - 12:30