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Napoli, una vendetta per vecchie ruggini dietro l’agguato a Giuliano junior

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Non convince la versione di Raffaele Giuliano, ultimo figlio del pentito di Forcella Salvatore ‘o montone, rimasto ferito alla gola l’altra notte all’esterno di una discoteca di Coroglio. Solo un caso ha voluto che il fendente non abbia reciso la giugulare. E in quel caso il colpo sarebbe stato mortale.
Gli investigatori sono convinti che l’autore dell’aggressione abbia colpito per uccidere  e che dietro il fatto ci sia qualcosa di molto più grave di una banale lite in discoteca. Il giovane, che dopo essersi fatto medicare in ospedale è voluto tornare a casa, continua a ribadire di non conoscere l’aggressore ne sa spiegare il motivo.
Intanto  l’amico che si trovava con lui, colpito alla testa da pugni, è sparito prima dell’arrivo della polizia. Ha detto di chiamarsi Rosario e di abitare in vico Zite al Lavinaio, ma non è stato identificato ufficialmente.
Dal punto di vista investigativo ci sono alcuni particolari che non quadrano. Anzi più di uno. In primo luogo la polizia poco dopo l’aggressione è andata nella discoteca di Coroglio indicata da Giuliano trovandola chiusa. È la stessa in cui trascorse la serata Carmine Pipolo, 29enne di San Giorgio a Cremano, ucciso poche ore dopo in un pub di Chiaia.
Ora gli investigatori stanno cercando i filmati delle telecamere di sorveglianza del locale per capire cosa è accaduto e se  c’è stato qualcosa all’interno e non fuori come ha raccontato il ferito. Si stanno guardando anche i filmati degli altri locali della zona e di quelle pubbliche e private per carpire qualche frame utile alle indagini. Si scava nella vita privata e nel recente passato del giovane. Tra i suoi contatti e le sue amicizie.
Gli inquirenti non stanno tralasciando niente. E quindi ritorna alla mente la tremenda sparatoria del 31 dicembre 2015 in piazza Calenda costata la vita all’innocente Maikol Russo aveva come obiettivo proprio lui.
A suo carico c’è soltanto una denuncia per guida senza patente e un’indagine per un tentato omicidio avvenuto il 24 settembre 2012 al corso Garibaldi, dopo una lite per motivi di viabilità, vicenda per la quale Giuliano non ha avuto conseguenze giudiziarie.
Viene escluso che l’accoltellamento possa essere collegato al pentimento del padre. Troppo il tempo tra-scorso dall’epoca in cui il “padrino” decise di passare dalla parte dello Stato.Così come viene escluso, anche se non del tutto la pista che porta a Forcella e il fatto che Raffaele Giuliano non si sia mai schierato con i giovanissimi cugini protagonisti della  stagione della “Paranza dei Bimbi” e della sanguinosa faida con i Buonerba e i Mazzarella


Articolo pubblicato il giorno 29 Ottobre 2017 - 12:29
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