Dove non arriva la politica e le istituzioni arrivano i bambini, la cui sensibilità è fuori dal comune. In maniera particolare quelli di via Carlo Miraglia a Ponticelli. E’ lì che 12 anni fa si consumò una tragedia.
Quella di Francesco Paolillo. Aveva 12 anni quando insieme con alcuni coetanei entrò in un cantiere in costruzione di via Carlo Miraglia attraverso un buco nella rete di recinzione.
Salì al sesto piano, un momento di disattenzione e precipitò nella tromba dell’ascensore. Morì in ospedale forse anche a causa dei ritardi. E oggi a 12 anni di distanza, con il cantiere ancora sotto sequestro e diventato discarica a cielo aperto, in attesa del decollo del tanto atteso parco intitolato alla sua memoria, nessuno delle istituzioni si è ricordato di lui.
Ma i bambini invece si sono ricordati.
Hanno acceso dei ceri vicino all’edicola votiva intitolata a Francesco Paolillo e hanno scritto un cartello: ” Sei l’angelo più bello del mondo. Rimarrai sempre nel nostro cuore. Per non dimenticare mai. Francesco Vive…”.
E il fratello Alessandro che da anni combatte un battaglia sulla vivibilità del quartiere in nome di Francesco, alza la voce: “Dodici anni dopo avrei voluto dire che la morte di mio fratello era servita almeno a denunciare il totale abbandono in cui viviamo, qui a Ponticelli. Invece nemmeno questo, nemmeno un ricordo di Francesco da parte di chi amministra: sento la politica, le istituzioni, lontanissime, non solo da me, ma da questo territorio”.
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