I tre del branco di Marechiaro hanno ammesso le proprie responsabilità e si dichiarano pronti ad intraprendere un percorso per elaborare il dolore che hanno procurato a una ragazzina più giovane di loro.
Hanno chiesto scusa alla famiglia della vittima, ma anche ai propri cari. Si sono presentati a testa bassa dinanzi al gip Draetta del Tribunale di Napoli, per confessare: “Quel giorno provammo a incentivarci a vicenda, all’inizio si trattò di una sfida o di un gioco di pessimo gusto, poi abbiamo perso completamente il controllo della nostra condotta”.
Finiti venerdì scorso in tre comunità per minori diverse, oggi i tre aggressori di Marechiaro rispondono del reato di violenza sessuale. Chiedono di intraprendere un percorso di recupero che insegni loro il rispetto della persona e, in particolare, della donna.
I loro difensore si è dichiarato disponibile ad accompagnare i tre ragazzi in un tragitto protetto e garantito, fatto di esperienze formative, sotto la guida di magistrati e assistenti sociali.
Una brutta pagina di cronaca che si conclude con un’ammissione di colpa, una confessione, una richiesta di perdono. Sicuramente passi in avanti per i tre aggressori minorenni.
Peccato non saranno sufficienti per lenire il dolore della ragazzina oggi appena quindicenne. Le sue ferite resteranno tatuate sul suo corpo come nella sua mente per tutta la vita.
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