“Io credo, anzi sono convinto che i magistrati possono partecipare al dibattito pubblico anche se devono ricordare che il loro ruolo di imparzialita’ richiede moderazione.
L’idea di magistrati che parlano solo con le sentenze appartiene al passato e finiva per essere tutt’altro che trasparente e ben venga il dibattito sui temi della magistratura, ma dobbiamo fare attenzione alle cose che si dicono”.
Lo ha detto Raffaele Cantone, presidente dell’Autorita’ anticorruzione alla presentazione del libro di Antonio Bonajuto, ex presidente della Corte d’Appello di Napoli, dal titolo ‘Pagine di impegno civile’.
La politica “non deve essere impedita ai magistrati” ma “un soggetto che si espone non puo’ tornare a indossare la toga.
E’ una scelta senza ritorno. Un uomo che si espone diventa ricattabile. Credo non si possa tornare in magistratura, almeno non con l’autorevolezza di prima”.
Cantone ritiene che sia una grande “indipendenza della magistratura” ma “ancora non c’e’ quell’efficienza che i cittadini si aspettano.
Soprattutto rispetto ai tempi delle decisioni giudiziarie. Questo non e’ in linea con l’idea di stato moderno anche se rispetto al passato molte cose stanno cambiando in positivo.
Ma c’e’ ancora tantissimo da fare”. Il presidente dell’Anac ha poi parlato di camorra spiegando che secondo lui “e’ nei gruppi intermedi e nel mondo delle associazioni e delle professioni che si fa la vera battaglia contro la criminalita’ organizzata, contro le infiltrazioni.
Credo che da sempre il tema vero sia quello di coinvolgere i gruppi intermedi delle associazioni e delle professioni che, troppo spesso, ha inteso il proprio ruolo come soltanto notarile”.
Ha ricordato dell’impatto violento della camorra sulla citta’ di Napoli”, ma ritiene che “in questo periodo non ci sia una recrudescenza.
L’organizzazione criminale napoletana e’ caratterizzata da grande instabilita’ che porta ad atti violenti”, ha concluso.
Articolo pubblicato il giorno 10 Ottobre 2017 - 08:03 / di Cronache della Campania