Torre Annunziata. Nato come una costola del clan Gionta, il ‘Terzo sistema’ formato da giovani addetti a raccogliere le estorsioni diventò un gruppo autonoma: per l’antimafia vanno tutti condannati gli uomini di Domenico Ciro Perna, il 27enne di Torre Annunziata ritenuto il capo del gruppo criminale.
Sette uomini, che dopo l’alleanza con Gaetano Maresca e i fuoriusciti della cosca dei Gallo-Cavalieri erano diventati un gruppo autonomo. Il pm Claudio Siragusa ha chiesto 81 anni di carcere per i sette che hanno scelto di fare il rito abbreviato dinanzi al Gup Maria Luisa Miranda del Tribunale di Napoli.
Per Domenico Ciro Perna, sono stati chiesti 16 anni di reclusione; 11 anni e 4 mesi ciascuno per Bruno Milite, Gennaro Pinto di 24 e 20 anni e Luigi Gallo di 27; 10 anni e 8 mesi per Antonio Longobardi (26) e Salvatore Orofino 45 anni; 10 anni di carcere invece per Vittorio Della Ragione (20).
Il pm ha ribadito le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, armi ed estorsioni, reati commessi tra fine 2015 e il 2016. L’accusa, ripercorrendo le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Torre Annunziata, e il tenore delle conversazioni telefoniche, ha riproposto la tesi secondo la quale Ciro Domenico Perna e i suoi uomini costituirono un clan autonomo, nonostante la Cassazione avesse ritenuto ‘inesistente’ il Terzo sistema.
Gli imputati erano tutti presenti, solo per Antonio Longobardi sono state adottate misure di sicurezza e tenuto in una cella isolato perchè l’ex macellaio – dopo l’arresto – aveva tentato una collaborazione con la giustizia, durata poche settimane, dopo la quale aveva ritrattato tutto.La richiesta di condanna sarà discussa dagli avvocati difensori, tra i quali Giovanni Tortora, Angela Mastrice e Salvatore Irlando.
Articolo pubblicato il giorno 11 Ottobre 2017 - 12:03