Sono 12 i colpi esplosi dalla pistola 9 x 21 dell’avvocato Francesco Palumbo, che domenica scorsa, a Latina, dopo essersi ritrovato tre ladri davanti, nell’abitazione del padre, ha fatto fuoco uccidendone uno, Domenico Bardi, 41enne del rione Traiano a Napoli.
Undici bossoli sono stati ritrovati dalla polizia scientifica nel cortile condominiale della palazzina di via Palermo. All’interno del caricatore i colpi erano 13. Ad uccidere Domenico Bardi sono stati due proiettili che lo hanno raggiunto alle spalle, sull’emitorace posteriore sinistro, mentre l’uomo si trovava su una scala che la banda aveva sistemato all’esterno della palazzina per raggiungere la finestra al primo piano dell’abitazione del padre di Palumbo.
Sul corpo due fori, ma uno dei proiettili e’ uscito. L’uomo e’ indagato a piede libero per omicidio volontario, un’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Latina come atto dovuto.
Per ricostruire invece l’esatta traiettoria dei colpi sara’ necessario attendere l’autopsia della vittima che verra’ effettuata domani dal medico legale Tommaso Cipriani e l’esito di una perizia balistica. La famiglia di Domenico Bardi ha nominato un consulente di parte, Maurizio Saliva, che domani assistera’ all’esame autoptico.
Il magistrato inquirente nominerà anche un consulente balistico per la traiettoria dei colpi. Intanto sui social montano le polemiche sull’utilizzo delle armi. In molti sostengono che l’avvocato avrebbe potuto allertare il 113 quando è partito in direzione dell’abitazione dei genitori per verificare la fondatezza dell’allarme antifurto pervenuto al padre. Non lo ha fatto.
Era armato. E quando è arrivato sul posto e ha visto un uomo su una scala che scendeva dall’abitazione del padre ha fatto fuoco a ripetizione centrandolo due volte e causandogli la morte. L’indagine dovrà chiarire la dinamica e intanto la famiglia di Bardi chiede a sua volta giustizia.
Articolo pubblicato il giorno 17 Ottobre 2017 - 19:22