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Kennedy, nei file pubblici i rapporti con la Mafia per uccidere Castro e una strana telefonata il giorno prima dell’omicidio di JfK

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Donald Trump ha spiegato la sua decisione di mantenere segreti alcune centinaia di file sull’omicidio di Jfk in un memorandum. “L’opinione pubblica americana aspetta – e merita – che il suo governo fornisca il maggiore accesso possibile agli atti sull’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy in modo che la gente possa finalmente essere pienamente informata su tutti gli aspetti di questo evento cruciale”, premette spiegando la sua decisione di “togliere il velo” sul caso.
Ma poi aggiunge di non avere “alcuna scelta” – oggi – se non accettare” le censure proposte dai dipartimenti e dalle agenzie della sua amministrazione “piuttosto di consentire un danno irreparabile alla nostra sicurezza nazionale”.
La temporanea mancata pubblicazione di alcuni file “e’ necessaria per evitare danni alla difesa militare, alle operazioni di intelligence, alle forze dell’ordine, o alla conduzione di relazioni straniere che sono di tale serieta’ da pesare piu’ del pubblico interesse nella pubblicazione immediata”.
Il presidente Usa pero’ ha fissato un termine di 180 giorni per rivedere i documenti rimasti classificati. “Alla fine di questo periodo – conclude – ordinero’ la pubblicazione di qualsiasi informazione che le agenzie non possano dimostrare essere conformi agli standard legali per un ulteriore rinvio” in base alla legge del 1992 sugli atti relativi all’assassinio di Kennedy. Se ne riparla il prossimo 26 aprile.
In almeno uno dei documenti desecretati dagli Archivi Nazionali Usa sull’assassinio di John Kennedy, risalente al 1975 e denominato “sommario dei fatti”, si parla di alcuni tentativi della Cia per uccidere il presidente cubano Fidel Castro. Il documento rientra nelle indagini sulla possibilita’ che dietro l’omicidio di Kennedy vi fosse Cuba, tra le teoria piu’ accreditate tra i cospirazionisti.
I rapporti con la Mafia per uccidere Fidel Castro. La Cia in contatto con elementi della criminalità mafiosa per colpire Fidel Castro, la telefonata anonima in cui si minacciava di uccidere Lee Harvey Oswald arrivata all’Fbi il giorno prima del suo omicidio, la possibilità di sabotare componenti di aeroplani in partenza per Cuba, presa in considerazione dagli Stati Uniti. Queste alcune delle rivelazioni contenute nei file relativi all’assassinio del presidente americano John F. Kennedy appena desecretati dagli Archivi nazionali americani: 52 documenti, mai pubblicati prima, dal contenuto completamente fruibile e migliaia di altri consultabili in parte.
Tra le rivelazioni principali citate dalla Cnn, che ne dà notizia, figura il complotto Cia-mafia su Castro: da un documento del 1975 della Commissione Rockfeller sul ruolo svolto dalla Cia negli assassini compiuti all’estero risulta che furono intrapresi piani per assassinare Castro all’inizio dell’amministrazione Kennedy. Nel rapporto si afferma che l’allora Attorney General e fratello del presidente, disse all’Fbi di aver appreso che la Cia aveva assoldato un intermediario “per avvicinare Sam Giancana con la proposta di pagarlo 150mila dollari per trovare un killer che andasse a Cuba ad uccidere Castro”.
Questo, disse quindi il Procuratore generale, rese poi difficile perseguire in giustizia Giancana, un esponente della criminalità siculo-americana. “L’Attorney General affermò che la Cia non avrebbe più dovuto ricorrere a gente della mafia senza essersi prima consultata con il Dipartimento alla Giustizia altrimenti sarebbe stato difficile perseguire quella gente in futuro”. Lo stesso rapporto sostiene che la Cia si era successivamente interessata alla possibilità di usare gangster per uccidere Castro somministrandogli una dose di veleno.
La minaccia di morte a Lee Harvey Oswald. Altra rivelazione contenuta nei documenti desecretati riguarda la minaccia di morte nei confronti di Lee Harvey Oswald, giudicato responsabile dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, pervenuta all’Fbi il giorno prima del suo assassinio: in un documento datato 24 novembre 1963 si cita la reazione dell’allora Direttore del Federale Bureau of Investigation J. Edgar Hoover sulla morte di Oswald per mano di Jack Ruby: “Non c’è niente altro sul caso Oswald eccetto che è morto”, afferma inizialmente.
Poi fa riferimento alla telefonata giunta all’ufficio di Dallas dell’Fbi fatta “da un uomo che parlava con voce calma” e si definiva membro di un comitato per uccidere Oswald. Malgrado le indicazioni al capo della polizia di Dallas, affinché Oswald venisse protetto, Ruby riuscì comunque ad uccidere il suo bersaglio. “Ruby afferma che non aveva complici e nega di aver fatto la telefonata al nostro ufficio di Dallas la sera prima”, afferma Hoover.
Lo stesso direttore dell’Fbi rende noto che il Bureau dispone di prove sulla colpevolezza di Oswald ed intercettazioni di comunicazioni tra lo stesso Oswald con Cuba e l’Unione Sovietica. Si dice quindi preoccupato dell’esistenza di dubbi nell’opinione pubblica sulla sua colpevolezza e annuncia che il presidente Lyndon Johnson vuole nominare una commissione per indagare sull’assassinio.
Sempre su Oswald e sul fronte sovietico su quanto accaduto, i documenti rivelano che nel 1963 il direttore dell’Fbi, Edgar Hoover inoltrò un memorandum alla Casa Bianca, poco dopo l’assassinio di Kennedy. Classificato top secret, conteneva la reazione all’uccisione del presidente americano in Unione Sovietica, così come la percepivano le fonti dell’amministrazione. “I funzionari del Partito comunista dell’Unione Sovietica ritengono vi sia stata una sorta di cospirazione bene organizzata da parte dell'”ultradestra” negli Stati Uniti per effettuare un ‘colpo di stato'”
. “Sembrano convinti del fatto che l’assassinio non sia stata opera di un uomo ma è frutto di una campagna attentamente pianificata in cui diverse persone hanno giocato un ruolo”. I funzionari citati dalla fonte sostengono che non vi è alcuna connessione tra Oswald e l’Urss, e lo descrivono come un “killer nevrotico”. Ma un memorandum della Cia risalente al giorno dell’assassinio di Kennedy cita l’intercettazione di una telefonata di Oswald, che si trovava a Città del Messico all’ambasciata russa nel paese. Oswald parlò con il console, Valeriy Vladimirovich Kostikov, “Ufficiale KGB identificato”, in “un russo stentato”.
La visita di Oswald in Messico sembra dovuta, secondo le ricostruzioni del Bureau al tentativo di procurarsi un visto o un passaporto. Ancora, un documento del National security council del 1962, quindi precedente la morte di Kennedy, contiene rivelazioni sulla cosiddetta ‘Operazione Mangusta’, il cui obiettivo era di rovesciare il comunismo a Cuba: nelle minute di un incontro riservato sull’Operazione del 14 settembre 1962 si legge che “il generale Carter disse che la Cia avrebbe esaminato la possibilità di sabotare parti di aerei destinati ad essere spediti dal Canada a Cuba”.
La telefonata al quotidiano inglese su una grande notizia. Un quotidiano locale inglese, il Cambridge News, ricevette una misteriosa telefonata anonima 25 minuti prima dell’assassinio del presidente americano John Fitzgerald Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas, in cui si diceva che una “grande notizia” stava per accadere negli Stati Uniti. Lo rivela un memo che era stato pubblicato dai National Archives negli Usa gia’ lo scorso luglio e quindi non fa parte degli ultimi file sul caso appena desecretati, ma che secondo la Bbc era passato inosservato.
Nella chiamata fatta a un reporter senior del giornale, la voce anonima dice solamente che deve essere avvertita l’ambasciata americana a Londra e subito dopo riattacca. Secondo il documento datato 26 novembre 1963, che era stato inviato dal vice direttore di allora dell’Fbi, James Angleton, al celebre quanto controverso direttore del ‘bureau’ J Edgar Hoover, era stato l’MI5, il servizio segreto interno britannico, a ricevere la segnalazione della polizia sulla telefonata dopo che il giornalista aveva spiegato l’accaduto alle forze dell’ordine di Cambridge.


Articolo pubblicato il giorno 27 Ottobre 2017 - 11:35
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