Un viaggio nello spazio e nel tempo, per capire la Camorra degli ultimi 40 anni, perché le sue trasformazioni sono anche le trasformazioni di un intero Paese.
Quattro tappe – Raffaele Cutolo e la fine degli anni Settanta nei comuni vesuviani, Luigi Giuliano e gli anni Ottanta a Forcella, Francesco Schiavone e gli anni Novanta a Caserta, Paolo Di Lauro e il Duemila a Scampia – percorse da ‘Le origini di Gomorra’, la serie di Rai Cultura in onda venerdì 27 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.
Primo protagonista, Raffaele Cutolo, il boss ‘nazionale’. Il documentario comincia il 19 ottobre del 2012. È il giorno dei funerali di Pasquale Romano, ennesima vittima innocente di camorra e prova tangibile che anche nei periodi in cui pare meno all’attenzione dei media, in realtà la camorra continua il suo sanguinoso dominio sul territorio.
Un uomo misterioso decide di ritornare nella sua città natale – Napoli – per girare quattro documentari. Una sorta di Dante, impegnato in una personalissima discesa agli inferi. E come tutti i viaggi infernali che si rispettano il suo ingresso avviene in un luogo magico: sul cratere del Vesuvio.
Qui si imbatterà nel cantante Marcello Colasurdo, impegnato a dedicare alla città la struggente litania ‘l’auciello grifone’, e incontrerà De Magistris, l’attuale sindaco di Napoli, e soprattutto il suo primo ‘Virgilio’ Luigi Necco, un vecchio cronista della Napoli anni settanta e ottanta che lo aiuterà a ricostruire le tappe che hanno portato all’ascesa di un uomo di modeste origini come Cutolo.
Il professore e storico delle mafie Isaia Sales lo aiuterà invece a mettere a punto i moventi sociologici che hanno portato all’ascesa di Cutolo e della camorra in generale sul territorio campano. L’ultimo incontro sarà con i familiari di Marcello Torre, ex sindaco di Pagani, un piccolo comune alle porte di Salerno, che fu barbaramente ucciso dagli uomini di Cutolo perché si oppose alle loro infiltrazioni negli affari del post terremoto.
La cosa certa che il misterioso personaggio comprenderà è che il terremoto del 1980 è stato l’inizio di mille disgrazie per la città, non solo per i morti che ha provocato, ma soprattutto per i soldi che ha fatto piovere, soldi che hanno risvegliato appetiti vertiginosi e rinsaldato il legame tutt’ora resistente tra politica e criminalità. E che a sconfiggere Cutolo più che lo stato fu l’alleanza dei nuovi camorristi capeggiati da Luigi Giuliano.
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