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Detenuta arriva in carcere e scappa dall’ufficio matricole

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Era appena arrivata nel carcere femminile di Rebibbia, a Roma, proveniente da Fiumicino, ma è riuscita a far perdere le tracce una volta arrivata nel penitenziario. “La donna è di nazionalità bulgara ed era appena arrivata a Rebibbia da Fiumicino”, spiega Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che giudica la condotta della detenuta “un evento irresponsabile e gravissimo, per il quale sono già in corso le operazioni di polizia dei nostri Agenti della Penitenziaria finalizzare a catturare l’evaso. Nei primi sei mesi del 2017 si sono verificate, nelle carceri italiane, 6 evasioni da istituti penitenziari, 17 evasioni da permessi premio e di necessità, 11 da lavoro all’esterno, 11 da semilibertà e 21 mancati rientri di internati”. Per il segretario generale del Sappe, Donato Capece, “il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Lo diciamo da tempo, inascoltati: la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale – servono almeno 8.000 nuovi agenti rispetto alle necessità, ed invece sono state autorizzate solamente 305 nuove assunzioni… -, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento? E l’Amministrazione Penitenziaria da Santi Consolo, invece che intervenire concretamente con provvedimenti urgenti, pensa di mettere un bavaglio ai Sindacati che danno notizia di quel che avviene in carcere, come ad esempio queste gravi aggressioni ai nostri poliziotti, diffidandoci dal darne notizie. Ma il carcere deve essere una casa di vetro, trasparente, perché non si deve nascondere nulla…”. “L’Amministrazione Penitenziaria guidata da Santi Consolo – prosegue Capece – è costantemente responsabile di troppi eventi critici ed è l’ora che il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ripensi il sistema. Servirebbe, e il SAPPE da tempo lo propone, un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna. A nostro avviso è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna -, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria, La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono gli Agenti di Polizia Penitenziaria. Anche queste possono essere le conseguenze alle quali si va incontro con lo smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della Polizia Penitenziaria, che ha 8mila agenti in meno. Chiudere uffici di Polizia, trasferire il personale specializzato in altri compiti, è sempre sbagliato: ne va della sicurezza sociale”, conclude.

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Anche il segretario regionale del Sinappe Lazio, Emanuela Cicogna interviene sull’evasione. “Serve personale, serve un coraggioso investimento sulla sicurezza, perché la sicurezza delle carceri coincide con la sicurezza del paese”


Articolo pubblicato il giorno 6 Ottobre 2017 - 17:57

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