Il Tribunale di Napoli Nord ha assolto i manager della Cpl Concordia Roberto Casari, Giuseppe Cinquanta e Giulio Lancia dall’accusa di concorso esterno in associazione camorristica ipotizzata durante le indagini sulla metanizzazione in alcuni comuni della provincia di Caserta. Condannati, invece, gli imprenditori che eseguirono i lavori Antonio Piccolo e Claudio Schiavone (10 e 6 anni), ritenuti legati al boss Michele Zagaria.
I giudici hanno condannato i due imprenditori Claudio Schiavone e Antonio Piccolo rispettivamente a 6 e a 10 anni. Si conclude così il processo di primo grado sulle opere di metanizzazione in provincia di Caserta. I pm avevano chiesto 12 anni per i due imprenditori Schiavone e Piccolo e 8 anni per gli ex manager della Cpl Concordia, assolti perché il fatto non sussiste. Casari, Lancia e Cinquanta erano accusati di aver stretto rapporti con esponenti del clan dei Casalesi.
“Grande soddisfazione” esprimono Roberto Casari e i legali Luigi Sena, Luigi Chiappero e Stefania Nubile (Grande Stevens) “per l’assoluzione piena” di Casari, per 42 anni Presidente della CPL Concordia, la cooperativa modenese con 1800 dipendenti. All’esito della camera di consiglio il Tribunale di Napoli Nord “ha riconosciuto la totale estraneità” dell’allora presidente (si è dimesso il 31 gennaio 2015 per l’inchiesta, la guidava da quando aveva 22 anni) dalla contestata ipotesi di concorso esterno all’associazione camorristica dei Casalesi nell’ambito dei lavori per la metanizzazione dell’Agro Aversano. Assolti anche Giulio Lancia e Pino Cinquanta, dirigenti della società modenese. La lunga istruttoria dibattimentale, durata quasi due anni, “ha rivelato l’infondatezza del teorema accusatorio dandoci ragione: sin dall’inizio abbiamo sostenuto la correttezza dell’operato della CPL Concordia e in primis del suo presidente”. Roberto Casari presente ad Aversa alla lettura della sentenza, ha espresso tutto il suo sollievo: “Ringrazio il Tribunale perchè ha voluto comprendere come sono andati realmente i fatti e con la sentenza di assoluzione riconosce che io e la cooperativa che ho avuto l’onore di guidare per 42 anni abbiamo sempre agito con correttezza e non abbiamo stretto alcun rapporto con la camorra. Torno dalla mia famiglia e dai miei concittadini di Concordia soddisfatto che la giustizia abbia emesso questa sentenza che solleva me e la cooperativa e i soci da un’accusa così infamante”.
“La sentenza scrive una pagina di evidente verità, restituendo agli imputati assolti piena onorabilità e riconoscendo loro il merito di aver portato un po’ di benessere in un territorio molto difficile del Paese, con la realizzazione del metanodotto”. Ha detto l’avvocato Bruno La Rosa, difensore ingegnere Giulio Lancia, il manager della CopConcordia assolto oggi dal Tribunale di Napoli Nord dall’accusa di concorso esterno in associazione camorristica nell’ambito del processo sui lavori di metanizzazione in alcuni comuni del Casertano. “Siamo soddisfatti della sentenza di assoluzione perchè il fatto non sussiste – ha aggiunto il legale di Lancia – il Tribunale ha riconosciuto che nessun accordo la CPL Concordia ha fatto con i camorristi, ne’ che alcun ruolo nella esecuzione di questo fantasioso accordo ha avuto l’ingegnere Giulio Lancia, responsabile di quei lavori eseguiti nel Bacino Campania 30”. “In questi anni l’ingegnere Lancia, pur passando in questa vicenda da testimone ad imputato, non ha mai mancato di confidare nei magistrati che lo giudicavano”, ha concluso l’avvocato Bruno La Rosa.
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