Nonostante i loro aguzzini siano tutti in carcere, hanno ancora paura i numerosi imprenditori della Piana del Sele taglieggiati per anni dal gruppo criminale dei fratelli Bisogno e dei gruppi federati di Francesco Mogavero e del pentito Sabino Di Maio.
Su 98 imprenditori taglieggiati solo tre si sono costituiti parte civile al processo il contro il clan. ieri si è tenuta la prima udienza, dinanzi al gup Piero Indinnimeo del Tribunale di Salerno, per valutare la richiesta di rinvio a giudizio della procura Antimafia contro i 92 imputati.
I vertici e molti altri hanno già anticipato di voler accedere al rito abbreviato per ottenere sconti di pena. Si decide il 30 ottobre.
Novantadue le posizioni che il giudice per l’udienza preliminare dovrà ora valutare mentre Sergio Bisogni, Francesco Mogavero, Sabino De Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, rapina, estorsioni ma anche di singoli episodi di spaccio di droga.
I vari gruppi criminali avevano al vertice proprio Sabino De Maio (ora collaboratore di giustizia) e i gemelli Enrico e Sergio Bisogni oltre a Francesco Mogavero.
Attraverso attentati incendiari, gambizzazioni e minacce avevano ottenuto il monopolio del trasporto ortofrutticolo, estromettendo la concorrenza e obbligando i produttori a rivolgersi a due agenzie di intermediazione: la Atm di Francesco Mogavero e la Ma.Pa. di Marcello Palmentieri.
Poi c’era il settore delle rapine, la ricettazione di auto rubate, i cavalli di ritorno, ma anche un giro di prostituzione in una casa squillo nella zona del litorale di Pontecagnano. Infine c’era il “sistema salernitano” dello traffico di droga gestito attraverso attraverso otto sottogruppi, da Salerno alla Piana del Sele e fatto in modo tale che non ci fossero contrasti tra le varie piazze di spaccio.
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