“Qualche mio collega ha rifiutato il club azzurro? Peggio per lui, allora: non saprà mai tutto quello che s’è perso”. Lo ha detto l’attaccante del Napoli Dries Mertens nell’intervista odierna a ‘Repubblica’.
“Di Napoli conosco ogni angolo, anche le zone dove mi sconsigliano di andare”, ha raccontato il belga. “Non ho figli e dunque passo meno tempo in casa, rispetto ai miei compagni.
Forse è per questo che ho legato in maniera speciale con la gente di Napoli. Mi piace quando entro in una pizzeria e vedo sulla parete la mia foto”. “Con la città ho un rapporto diretto, in Belgio non ero affatto abituato ad un calore del genere”, ha aggiunto. “Scudetto? Le avversarie sono tante, ma la Juventus resta sempre la favorita per mentalità e qualità del suo organico.
Il nostro primato in classifica non è una sorpresa, quest’anno siamo partiti per vincere lo scudetto”, ha spiegato il belga. “Come mentalità ci siamo avvicinati ai bianconeri, ora dobbiamo provare a limare la differenza di talento che c’è tra noi e loro”, ha aggiunto.
Parla da leader Dries Mertens, pronto a guidare il Napoli verso un titolo che manca ormai da troppo tempo. Stesse iniziali di un certo Maradona (“lui ha fatto la storia azzurra e imitarlo e’ il sogno di tutti noi: non solo il mio. Ci proveremo fino alla fine.
Vincere qui sarebbe tutta un’altra cosa: Napoli e’ speciale”), secondo Mertens lo scudetto e’ possibile solo proseguendo sulla strada del bel gioco intrapresa con Sarri. “Giocare male e vincere? Ci metterei subito la firma, in cambio dello scudetto.
Ma e’ stato il nostro calcio a portarci quassu’ ed e’ soltanto continuando su questa strada che possiamo sognare di rimanerci: senza alternative o scorciatoie”. Fra i 30 candidati al Pallone d’Oro (“per quello che ho fatto nella scorsa stagione sento di meritarlo.
Ma e’ lo stesso una sensazione speciale”), Mertens si e’ ormai perfettamente calato nel ruolo di punta centrale: “sono cresciuto innanzitutto grazie alla continuita’, che partendo spesso dalla panchina prima non avevo.
Ma e’ grande merito anche del calcio di Sarri, che sembra fatto su misura per me. Amo giocare con il pallone rasoterra e le triangolazione veloci: i punti forti e distintivi del Napoli. E poi mi trovo benissimo con Lorenzo Insigne, con cui non devo piu’ lottare per un posto.
Parliamo lo stesso linguaggio tecnico e siamo migliorati insieme. Spero tanto che l’Italia si qualifichi per il Mondiale. Per lui e magari anche per Jorginho”.
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