Si anima il dibattito politico a Castellammare dopo la presa di pozione del sindaco Antonio Pannullo che con un documento inviato alla sua maggioranza ha chiuso la porta ai dissidenti delle liste civiche di centro che non si allineano alle scelte della maggioranza. Dopo la risposta di alcuni consiglieri di opposizione che ne chiedono le dimissioni oggi arriva un documento di Campania Libera, che fa parte della maggioranza ma che prende le distanze dalle scelte del primo cittadino sull’imbottigliamento delle acque minerali stabiesi. Ecco il testo.
“L’atto con il quale la giunta comunale ha approvato la partecipazione alla procedura aperta per lo sfruttamento (cioè l’imbottigliamento, non la perdita delle fonti o la chiusura dei pozzi) della acque minerali Fonti Acidule Plinio ( Acqua Acetosella) e Acqua della Madonna non è condivisibile principalmente per due motivi, uno dei quali esplicitato nella stessa delibera di giunta: il primo, di ordine squisitamente economico-gestionale, attiene alla veste giuridica che assume il comune nel partecipare a questo bando, rivestendo qualità e caratteristiche imprenditoriali che non sono proprie di un ente pubblico in questo specifico settore, tanto è vero che in particolare per quanto riguarda l’Acqua della Madonna l’ente stabiese da sempre ne aveva affidato l’imbottigliamento ad una società privata esterna, non essendo dotato né di macchinari idonei né di know how sufficiente ad una avventura imprenditoriale di tale portata. Ne deriva che il progetto, come riportato da alcuni organi di stampa, sarebbe legato all’individuazione successiva di un partner al quale affidare di fatto tutto il business economico, con quale vantaggio per l’ente pubblico e tutto da verificare.
La venuta sul nostro territorio di gruppi imprenditoriali seri è auspicabile, ma questa commistione di interessi pubblico/privato suona alquanto strana considerato che il nostro comune è in deficit strutturale e quindi non potrebbe investire risorse economiche a tal fine.Qualsiasi imprenditore interessato alle nostre acque per imbottigliarle avrebbe come unica soluzione quella di utilizzare parte delle strutture SINT in disuso e quindi pur di averle, una volta acquisita la concessione allo sfruttamento, pagherebbe profumatamente la nostra città, sia in termini economici che occupazionali.E sgombrerebbe il campo da ogni ingerenza del pubblico sul privato.Va precisato che la non partecipazione non costituirebbe per la nostra città nessun problema, in quanto trattasi di acque minerali che con altri pozzi già sgorgano alle Antiche Terme e sono disponibili alla mescita anche alle Nuove.
Il secondo motivo, di ordine prettamente politico ,è scritto nell’atto deliberativo stesso: tale iniziativa va sottoposta all’approvazione del consiglio comunale, come sostiene il dirigente Verdoliva stesso, ma non a posteriori bensì preventivamente in quanto è una scelta non assimilabile ad atto dovuto ma di indirizzo politico dell’amministrazione, organo per la verità in questo momento sorretto da una maggioranza minoritaria: stando così le cose, ritengo che difficilmente si possa confermare la fiducia all’amministrazione su un atto di tale portata non avendo avuto la possibilità di comprenderne a fondo le reali motivazioni e soprattutto non avendo chiaro il percorso successivo che tale decisione comporta.L’aver sottratto ai rappresentanti della città la discussione su un argomento di tale importanza e l’aver fatto di una iniziativa che porta il comune stabiese ad essere imprenditore in un settore dove già tante società cittadine hanno perso fior di capitali è impresa azzardata assai ed andava sostenuta da un business plan serio e concreto.Cercheremo di capire cosa si cela dietro questo poco limpido percorso voluto insistentemente e quasi maniacalmente da Pannullo ed alcuni consiglieri comunali”.
Articolo pubblicato il giorno 1 Ottobre 2017 - 20:10