Soddisfatto il presidente Giuseppe D’Agostino che, tuttavia, evita di lasciarsi andare ad atteggiamenti trionfalistici. «Come eravamo convinti di non essere dei brocchi prima – dice il patron rossoblù – così adesso non ci riteniamo dei fenomeni. Prima di Cosenza si è venuta a creare una situazione per noi inaspettata, ma ora sembra che le cose si siano sistemate. Certo, ora bisogna dare continuità a questo risultato per evitare che quella di venerdì scorso si riveli solo una parentesi, ma ciò solo il campo lo potrà stabilire». Lo stesso D’Agostino, poi, tesse le lodi del neo tecnico D’Angelo. «D’Angelo è una persona così esperta e intelligente – dice D’Agostino – che è riuscito subito a capire dove intervenire. La prima partita, quella con la Virtus Francavilla, non poteva certo fare testo visto che ha avuto soltanto un allenamento a disposizione per prepararla e non poteva certo stravolgere determinati assetti precedentemente assimilati. Dopo quella partita ha avuto modo di parlare con i giocatori che ora lo stanno seguendo al cento per cento. Ho visto finalmente una squadra che lotta, tatticamente equilibrata e che sembra ormai essersi liberata da certi pesi di ordine psicologico». Il 3-5-2 proposto dal tecnico pesarese a Cosenza ha consentito anche di rispolverare elementi come Lorenzini e, soprattutto, Ferrara che nella gestione Scazzola sembravano quasi ai margini del progetto tattico del tecnico ligure. E su quest’argomento, lo stesso D’Agostino non manca di lanciare una frecciatina al suo ex allenatore. «Fino a qualche settimana fa – dice il massimo dirigente del club rossoblù – si diceva che avevamo una squadra corta, quando le cose non stavano affatto così. Se pensiamo che giocatori come Rajcic, Marotta, De Marco, D’Anna e lo stesso Cardelli, cioè tutti elementi potenzialmente titolari, venerdì sedevano in panchina, allora non capisco perché questa rosa veniva considerata, appunto, corta. Con D’Angelo abbiamo recuperato giocatori sui quali crediamo fortemente, a partire proprio da Ferrara, un giocatore che ha avuto esperienze importanti, ma anche momenti personali negativi giunti suo malgrado. Ma è un giocatore dalle caratteristiche tecniche e, soprattutto fisiche, indiscutibili. Bisognava solo dargli tempo e fiducia per consentirgli di esprimersi al meglio. È una forza della natura, così come l’altro esterno Galli. Due giocatori in grado di svolgere al meglio il loro compito sulle fasce, condizione necessaria per far funzionare al meglio il 3-5-2. E, poi, sono anche giovani».
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