Casavatore. Benvenuti nella capitale del cemento e del mattone selvaggio. Nessuna denuncia e controllo per le riconversione di sottotetti in zona Taverna Rossa.
Il “puparo”, così viene definito uno degli amministratori piu’ in vista della città, è lì che saluta il traffico dell’asse mediano, dall’alto del gigantesco cartellone pubblicitario all´ingresso della città. Lui saluta, e dietro lavorano le gru. Si costruisce, a Casavatoropoli.
Quelli di Casavatore, ormai casa loro la chiamano così. Nulla si muove se il “puparo” e i suo vassalli non vogliono. L´alternativa di governo, oggi, sono stati i commissari prefettizi inviati dopo lo scioglimento per camorra. Il mattone non s´è fermato mai. Come a Melito, lì accanto, la capitale dell’abusivismo. Si costruisce con il Piano Casa.
Un sottotetto, un piano rialzato che nessuno denuncia e controlla, non si nega a nessuno. Raccontano che gli affari del futuro si faranno. Tale e la velocità con cui si costruisce, che il mercato illegale potrebbe promettere una casa nuova in città in 10 giorni. Pagamento chiavi in mano.
I sigilli gli fanno un baffo. L´ultimo blitz è finito nel mirino della Procura. Le guardie che controllano le altre guardie. Proprietari, committenti, acquirenti.
Secondo la Procura e gli atti dello scioglimento, imprenditori e ditte sarebbero in misura diversa vicini ai clan della camorra Amato-Pagano, Di Lauro e Moccia di Afragola. Al “puparo” e i suoi adepti che per decenni hanno permesso che tutto avvenisse, oggi piace stare dietro le quinte.
Ma un dato di fatto è che dal comune e nel comune, alcuni infedeli continuerebbero a fiancheggiare la distruzione del tessuto economico e sociale del paese.
Articolo pubblicato il giorno 17 Ottobre 2017 - 17:54