Salerno. Entra nel vivo il processo per i maltrattamenti avvenuti nella casa di riposo Villa Igea di Acerno e che portò all’emissione di misure interdittive nei confronti di alcuni dipendenti. In aula sono stati visti i filmati registrati nella casa di riposo che documenterebbero i maltrattamenti agli anziani. si profila l’accusa di omicidio colposo per gli imputati nel processo che si sta celebrando con rito abbreviato dinanzi al Gip del Tribunale di Salerno. L’inchiesta scaturisce dalla denuncia di due ex dipendenti di Villa Igea, società che gestisce la casa di riposo di Acerno.
I carabinieri collocarono le telecamere e ripresero scene raccapriccianti, su cui è stata chiesta nel corso dell’udienza preliminare anche la valutazione tecnica di un perito.
Nell’ordinanza che dispose le misure interdittive si legge che in quei locali di via Roma la parola d’ordine era “seduti”. Tra gli ospiti c’era chi sarebbe stato fino a tredici ore sulla sedia nella stanza comune, senza far nulla se non guardare l’unico televisore acceso. Per andare in bagno si doveva chiedere un permesso che non di rado veniva negato, e anche le porzioni di cibo erano limitate. Gli ospiti della casa di riposo venivano picchiati quando si rifiutavano di seguire le indicazioni date dagli operatori della struttura.
La contestazione, anticipata dal pm Francesca Fittipaldi durante l’udienza preliminare di ieri che vede imputati gli operatori dell’ospizio lager di Acerno, sarà formalizzata soltanto venerdì prossimo.
Il decesso ritenuto omicidio è quello di una anziana ospite della struttura e potrebbe far cambiare l’andamento stesso del procedimento giudiziario.
Secondo il sostituto procuratore titolare delle indagini, la donna anziana sarebbe morta a seguito delle costrizioni e delle violenze che le venivano fatte dagli operatori per i quali lei, un anno fa, aveva chiesto l’arresto poi negato dal gip.
Intanto nella seconda udienza delle settimana, durante la quale sono stati visionati i filmati che riprendono gli operatori mentre impediscono agli anziani di andare in bagno, sarebbero emersi degli elementi che lascerebbero perplessi il magistrato e darebbero ragione alle ipotesi delle difese. A chiedere la visione di quei video, ricordiamo, erano stati gli avvocati Massimo Ancarola e Francesco Rizzo, difensori di sei indagati per i quali era stato chiesto il rito abbreviato.
Articolo pubblicato il giorno 26 Ottobre 2017 - 15:46