Napoli, cadavere di un pony ritrovato tra i rifiuti nelle discariche sotto al Ponte Fiat nella zona industriale. Il video
E’ stato già scarcerato l’ex boss pentito Antonio Lo Russo. Sei mesi di confessioni piene sono servite all’ex rampollo dei “capitoni” di Milano di riacquistare la libertà. Ora è in una località protetta insieme con la moglie Anna Gargano e figli e gode dei benefici previsti dalla legge per chi collabora con lo Stato.
Ovvero nuova identità, casa, vitto e assegno mensile di mantenimento che paga il servizio centrale di sicurezza. Le sue confessioni sono servite a fare chiarezza su tutti gli affari gestiti dal gruppo che all’interno del clan Lo Russo egli stesso gestiva in piena autonomia e spesso in contrasto soprattutto con gli zii Mario e Carlo(diventati collaboratori di giustizia prima di lui).
Ha fatto luce sull’efferato duplice omicidio di Massimo Frascogna e Lazzaro Ruggiero, accusando il suo compare di nozze , il super boss Cesare Pagano e altri affiliati del suo gruppo e degli Amato-Pagano. Pochi giorni la Dda nel processo che si sta svolgendo con il rito abbreviato ha chiesto ill massimo della pena per Cesare Pagano, capo degli scissionisti, per Oscar Pecorelli ‘ o malommo, Raffaele Perfetto “muss ‘ e scigna”, Rito Calzone, Giuseppe Gallo e Mario dell’Aquila.
Venti anni di reclusione è la condanna chiesta invece per lo stesso Antonio Lo Russo e Biagio Esposito, zio della moglie, anch’egli pentito. Ha fatto condannare a tre anni di carcere il gioielliere dei Vip di via Calabritto, Luigi Scognamiglio, detto “Giggino Elite” e suo vecchio compagno di infanzia che lo ospitò durante la sua latitanza.
Dei suoi verbali, ammessi agli atti dei processi, molti sono coperti da omissis e sicuramente se ne conosceranno i contenuti nei prossimi mesi. Non si sa se Antonio Lo Russo ha parlato del suo tesoro e se lo consegnato alla giustizia. I pentiti del clan che lo hanno preceduto hanno raccontato che “aveva tanti soldi che non riusciva neanche a contarli tutti. Li aveva murati nelle pareti”.
Del resto uno che durante la latitanza in Polonia si permetteva la casa con jacuzzi e ristoranti di lusso e poi lo stesso in Francia a Nizza dove fu catturato nel 2014.
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