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Camorra, la latitanza del boss finita per colpa delle melanzane sott’olio

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Il boss latitante tradito da una pietanza tipica napoletana di cui era goloso. E i carabinieri segugio, come i cani da tartufo, hanno seguito l’odore delle melanzane sotto olio.
Nicola Rullo ‘o nfamone, reggente del clan Contini è stato tradito proprio dalle melanzane. Da settembre, da quando cioè era sparito dandosi alla latitanza perché colpito da una nuova ordinanza di custodia cautelare (era uscito qualche mese prima dal carcere) i carabinieri avevano seguito gli spostamenti di alcuni pregiudicati che partivano da Napoli diretti ad Itri, anonimo comune della provincia di Latina.
Era evidente che in quella tranquilla cittadina sulle colline potesse celarsi il nascondiglio di qualche latitante. E siccome chi si muoveva erano persone legate al clan Contini si è capito subito che fosse Nicola Rullo a nascondersi. Ci sono volute poche settimane di appostamenti per individuare il nascondiglio.
E ieri mattina prima dell’alba l’irruzione nella villetta composta da tre appartamenti insieme ai segugi dei “Cacciatori di Calabria”, specializzati nella cattura di latitanti. Nel primo è stato trovato Nicola Rullo in compagnia del suo fedelissimo, Roberto Murano. Nell’appartamento adiacente viveva invece il nipote del latitante, il 25enne Davide Geldi, incensurato.
Nella sua abitazione i militari hanno anche trovato 100 grammi di sostanze stupefacenti, tra marijuana ed hashish, oltre a tremila euro in contanti.
Murano è finito in manette con l’accusa di favoreggiamento Geldi per possesso di droga. Nessuno dei tre era armato. Dalle indagini è emerso anche un altro particolare: Nicola Rullo, che era in possesso di regolari documenti d’identità, stava cercando di procurarsi un passaporto falso e aveva intenzione di spostarsi all’estero per proseguire la latitanza.


Articolo pubblicato il giorno 27 Ottobre 2017 - 07:43

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