C’è un’altra vittima innocente nel lungo elenco delle croci che hanno segnato la prima faida di Scampia. E’ Dario Scherillo, un incensurato di 26 anni di Casavatore ucciso la sera del sei dicembre del 2004. La vittima fu massacrata mentre tornava a casa in sella alla sua moto. lavorava come dipendente di un’agenzia di pratiche automobilistiche a Secondigliano. Si pensò che fosse stato ucciso perché a conoscenza di qualche segreto lavorando a Secondigliano o che fosse entrato in contatto con i pregiudicati coinvolti nella faida e per questo ucciso. Ma il pentito Pasquale Riccio nel suo oramai famoso verbale del 18 marzo 2015 in cui ha chiarito alcuni omicidi inediti di quella guerra di camorra parla anche dell’agguato a Scherillo: “Fu un omicidio commesso dagli scissionisti, nei sentii parlare da Rito Calzone, che mi disse che vi era stato uno scambio di persona, relativo alla vittima da abbattere”. Lo sapevano bene i suoi familiari e soprattutto il fratello Pasquale che da anni si batte per riabilitare la memoria di Dario andando in giro per l’Italia a raccontare la sua storia: ” “Dario aveva lo stesso scooter, dello stesso colore e con una targa simile a quello di un pusher della zona che fino a pochi minuti prima aveva stazionato in quella strada. Era innocente. Si trovava nel posto sbagliato, al momento sbagliato”.
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