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Camorra a Torre del Greco, rischio scarcerazione a catena per boss e gregari

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Torre del Greco. Un provvedimento a catena quello emesso dai giudici del Riesame di Napoli nei confronti di Armando Maisto, detenuto nell’ambito del processo denominato “Bolla Papale” a carico di presunti esponenti delle cosche Di Gioia e Papale di Torre del Greco.
Il difensore di Maisto dopo il diniego alla scarcerazione dei Giudici della Corte di Appello di Napoli per decorrenza dei termini di custodia cautelare avevano fatto ricorso al Riesame di Napoli che lo avevano accolto perchè decorsi i termini di due anni tra la sentenza di primo grado emessa il 27 aprile del 2015 e quella del 6 luglio 2017.
Secondo i giudici del Riesame, la sospensione dei termini di custodia cautelare per l’astensione dei difensori è intervenuta dopo che in effetti erano trascorsi i due anni dal primo verdetto. E così la decisione che porta Maisto fuori dal carcere, in attesa della sentenza definitiva della Cassazione, apre le porte ad altri imputati nello stesso processo.
Quasi tutti quelli che sono stati condannati a pene inferiori ai dieci anni saranno liberati se non detenuti per altra causa. Cade la misura cautelare per Nunzio Avvoltoio e Raimondo Amendola, per esempio, difesi dall’avvocato Antonio Cirillo, ma i due restano in carcere perché detenuti per altri reati.
Nella sentenza di Appello gli uomini ritenuti affiliati alle cosche Di Gioia e Papale di Torre del Greco e Ercolano, per associazione per delinquere, estorsioni e minacce avevano avuto condanne piuttosto miti.
La pena più pesante era stata inflitta a Giovanni Oliviero, uomo di fiducia del ras Filippo Cuomo, condannato a 14 anni e due mesi di reclusione, mano pesante anche per il boss dei “catanesi”, Pietro Papale condannato a dieci anni di carcere, otto anni di carcere invece sono stati inflitti al suo colonnello Bartolomeo Palomba, così come Giovanni Di Dato detto “Giannino ’o meccanico,” e a Gennaro Granato e Michele Ciaravolo.
A seguire poi sei anni e otto mesi la pena per Marco Perrone, sei anni e due mesi a Pietro Formicola, e ancora sei anni di carcere per  Giuseppe Scognamiglio; cinque anni e quattro mesi di carcere è la condanna per Francesco Accardo, Mario Falanga, Vincenzo Farese, Agostino Giordano, Gaetano Magliulo, Armando Maisto, Giosuè Miranda, Pietro Sepe e Giuseppe Terrone. Cinque anni di reclusione per Raimondo Amendola.
Invece, quattro gli anni di carcere per Nunzio Avvoltoio e Gennaro Busco. Condannati anche i tre pentiti: Isidoro di Gioia, figlio del boss ucciso Gaetano ‘o tappo è stato condannato a due anni e quattro mesi: un anno e 8 mesi per Ignazio Maglilo e un anno e sei mesi per Filippo Cuomo.
Infine le due donne del clan Gerardina Cefariello e Michela Nocerino sono state condannate e un anno e otto mesi di carcere. Fu assolto invece Luigi Nocerino.Il blitz Bolla Papale portò in carcere nel dicembre del 2013 numerosi esponenti dei due clan che avevano egemonizzato il territorio.


Articolo pubblicato il giorno 13 Ottobre 2017 - 21:05

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