Con il pentimento di Gennaro Notturno, ‘o sarracino, uno dei protagonisti principali della prima faida di Scampia gli investigatori hanno in mano probabilmente l’elemento che può dare la spallata definitiva alle famiglie criminali che hanno dato vita a quella lunga scia di sangue. Ben 35 omicidi raccontati da Notturno e da Pasquale Riccio, ex degli Abbinante da tempo pentito ma adesso quei verbali sono senza parti omissate sono stati resi noti dagli investigatori e pubblicati in anteprima dal quotidiano Il Roma. Ecco la parte raccontata da Gennaro Nottruno.
Domenico Fulchignoni 28 luglio del 2003. «So che l’autore è Nunzio Di Lauro. Il padre della fidanzata della vittima si presentò a casa di Cosimo e chiese soddisfazione perché suo genero non doveva morire. Lui disse che era stato il fratello e che stava già al portone e se voleva soddisfazione doveva uccidere lui. Così andò via».
Massimo Mele 7 ottobre 2003. «L’autore è Vincenzo, ragazzo a sua volta ucciso a Benevento. Il movente è passionale. Mele aveva una relazione con la moglie di Vincenzo. Vincenzo lavorava con Gennaro Marino e andò a lamentarsi. So per certo che Marino Gaetano stava in macchia armato con Vincenzo quando Mele venne ucciso».
Raffaele Duro e Panico Salvatore 22 gennaio del 2004. «So solo che sono stati i Di Lauro perché le vittime erano i referenti di Mugnano per la scissione, comessa da Raffaele Amato, per
come mi disse Giovanni Piana».
Francesco Giannino, 22 marzo 2004 «È stato Vincenzo Notturno che mi disse che Giannino quando venne preso dai proiettili si era irrigidito, come se fosse di ferro».
Federico Bizzarro 26 aprile 2004 «Sono stati i Di Lauro, esecutore materiale Arcangelo Abete, per come ho saputo da Vincenzo Marocchi, che glielo confidò Abete stesso. Lui continuò a commettere omicidi per i Di Lauro anche quando c’era la scissione».
Vincenzo Arciello 6 agosto 2004. «L’autore è Mariano Nocera, per un debito di droga. Arciello era in venditore di droga a privato e faceva anche l’assicuratore. Per il pagamento di 200 grammi di droga Arciello consegnò a Nocera assegni riciclati che a sua volta girò ad un’altra persone e fece una brutta figura. Nocera chiese un incontro con Nocera per riavere la droga. Ma non si presentò. Poi arrivò al bar e Mariano gli sparò».
Mariano Nocera 2 settembre 2004. «È morto a causa del- l’omicidio che egli stesso ha commesso. Fu Cosimo Di Lauro ad ordinare la sua morte. Giovanni Piana mi disse che di aver visto Fulvio Montanino fuori al Monterosa, con Tonino, vidi anche Claudio Salierno, Vizzaccaro. A sparare fu Salierno che usò un revolver. Era a volto scopeto».
Luigi Aliberti 29 settembre 2004. «Omicidio commesso nella 33, l’esecutore materiale è Fulvio Montanino, per come mi ha detto Vincenzo Notturno. L’ordine era venuto da Cosimo Di Lauro. Senza l’autorizzazione di Cosimo neanche Ciro poteva prendere decisioni autonome. Con Montanino all’omicidio parteciparono Tonino, ragazzo della Sanità e Claudio Salierno. Aliberti rubava nelle piazze delle Vele».
Salvatore De Magistris 30 ottobre 2004. «Era il patrigno di Biagio Esposto, era rimasto ad abitare al rione dei Fiori. Quanto gli successe fu una ritorsione dei Di Lauro. Nunzio Di Lauro e Antonio Mennetta prima lo picchiarono e poi gli passarono sopra con la motocicletta. Lui morì in seguito alle ferite riportate. Come vendetta fu ucciso il padre di Ferdinando Emolo».
Gaetano De Pasquale 1 novembre 2004. «Fu sequestrato e portato al cospetto di Cesare Pagano. Presenti erano Lucio Carriola, Vincenzo Notturno. Si disse che Pagano lo interrogò su quanto i Di Lauro volevano fare e per tranquillizzarlo il boss gli disse che gli avrebbe dato soldi per lasciare Napoli. Saputo quanto doveva sapere Pagano, Carriola e Notturno lo affogarono e il suo corpo lo buttarono in corpo in un pozzo di Varcaturo.
Gennaro Emolo 20 novembre 2004. «Omicidio commesso in risposta a quello di Salvatore De
Magistris, per vendetta perché padre di Ferdinando Emolo, affiliato ai Di Lauro. Lui era una persona perbene e vendeva carciofi su un carretto a San Giovanni a Teduccio. I Killer sono Arcangelo Abete, Rito Calzone su ordine di Cesare Pagano. Gli spararono con un colpo di pistola alla nuca con il silenziatore: i passanti credevano che si fosse sentito male».
Mario Mauriello, Mario Maisto, Stefano Maisto. 9 novembre 2004. «Ho saputo di questo triplice omicidio da Giovanni Esposito che era già nel gruppo di fuoco degli Amato-Pagano. L’omicidio venne commesso nel garage della casa di Carmine Amoruso. Questo fu l’omicidio con il quale Amoruso si girò con gli scissionisti. Papacelle aveva avuto da Cosimo Di Lauro dei soldi per puntare dell’hashish a Marano. Mandò a chiamare Giovanni Corte con la scusa di restituire questa somma ma lui manda queste tre persone, ragazzi giovani dei Di Lauro. I killer per come so, aspettavano Cortese: Esposito mi disse che erano Carmine Cerrato, Giovanni Esposito e lo stesso Amoruso. Una delle vittime fu colpita ad un occhio, ma non mi disse chi fu quello che buttò l’auto nella discarica anche se l’obiettivo era buttarla proprio al centro della zona dei Di Lauro».
Biagio Migliaccio 20 novembre 2004. «È il nipote di Giacomino, il mandante è Cosimo Di Lauro, capo dei Di Lauro, all’epoca in libertà vi era anche Ciro. Gli esecutori sono stati Antonio Mennetta che mentre sparava al nipote disse al padre: poi vengo da te».
Gelsomina Verde 21 novembre 2004. «Antonio Mennetta fece ritornare nel 2012 i De Lucia nella zona del Perrone perché aveva un debito di riconoscenza verso di loro e in particolare verso Ugo De Lucia, e gli mandava an- che la mesata, ovvero 3mila euro al mese. Stava scontando l’ergastolo per l’omicidio di Gelsomina. Quando si parlava di lui, che era innocente. Noi abbiamo sempre creduto che ad uccidere Gelsomina Verde sia stato Mennetta e che tutt’ora lui paga il suo silenzio con 3mila euro al mese».
Riccio Domenico, Salvatore Gagliardi 21 novembre 2004. «Il vero obiettivo era Domenico Riccio, mentre Gagliardi è morto solo perché era presente nella tabaccheria, in quanto cognato di Riccio e aveva appena iniziato a lavorare lì. Coinvolto nell’omicidio è Antonio Mennetta».
Salvatore Abbinante 24 novembre 2004. «Omicidio commesso dai Di Lauro, ma non so di preciso da chi».
Antonio Esposito 25 novembre 2004. «La vittima era una brava persona, aveva una salumeria nel Monterosa e cambiava qualche assegno a Raffaele Abbinante. Ad ucciderlo era stato Luigi Gian- nino detto cutaletta»
Ecco lo stralcio dei verbali di Pasquale Riccio, ex degli Abbinante
Massimiliano De Felice 28 novembre del 2005. «La vittima è cognato di Guido Abbinante e di Vincenzo Notturno. L’autore di questo omicidio è Nicola Todisco affiliato ai Prestieri, in particolare di Antonio Pica per il quale gestiva la piazza di droga dell’Oasi del buon pastore. Pica e Prestieri vennero convinti da Di Lauro a commettere questo omicidio per sporcarsi le mani e prendere proprio qualcuno della famiglia Abbinante. Il killer era a piedi e dopo aver ucciso si rifugiò nell’Oasi».
Massimo Marino 11 dicembre 2004. «Si diceva che era stato Gennaro detto il pazzo, lo dicevano Cesare Pagano. So che Giovanni De Luise, fratello di Antonio, venne arrestato su testimonianza di Marino, che lo aveva riconosciuto come killer in obitorio. La scissione mandò un’ambasciata per far ritirare la denuncia ma invano, non so perché».
Antonio De Luise 11 dicembre 2004. «Lavorava al Lotto P per conto dei Di Lauro, gruppo Prestieri che all’epoca gestivano i Puffi. So che l’esecutore fu Barretta, quello poi ammazzato. Salvatore Cipolletta me lo disse vantando gli omicidi che Barretta aveva commesso per conto degli Amato-Pagano».
Pasquale Galasso 18 novembre 2004. «Aveva un debito di 2mila euro per ragione di droga. Venne ucciso in un biliardo nel Perrone. Fu Lucio Carriola ad averlo ucciso che disse di averlo lasciato con le carte in mano. Quanto al movente ho saputo che Galasso si era comperato una casa dei Prestieri e loro gli chiesero le chiavi per appoggio. Questo fu sufficiente per la condanna a morte».
Vincenzo Iorio 20 dicembre del 2004. «Era il padre di Iorio, un affiliato ai Di Lauro e fu ucciso dagli scissionisti. Non ho mai saputo chi lo uccise».
Emanuele Leone 27 dicembre 2004. «La vittima era un amico di Carmine Pagano, detto “Angioletto”. Si diceva che l’autore fu Nunzio Di Lauro che è l’unico dei figli di Lauro che hanno sparato. Gli altri mai».
Crescenzo Marino 2 gennaio 2005. «Era il padre di Gennaro Marino e fu ucciso per vendetta. Il gruppo di Cesare Pagano e di Notturno dicevano che era stato Gennaro Puzella».
Carmela Attrice. «Il gruppo di Cesare Pagano, Vincenzo Notturno diceva che i ragazzi che sono stati condannati sono estranei. Da carcerati vennero abbandonati dai Di Lauro e Gennaro Marino manda loro qualcosa, trattandosi di ragazzi che lavoravano sulle Case Celesti. Facci riferimento a Michele Tavassi, che stava nelle mia stessa sezione a Santa Maria Capua Vetere».
Giulio Ruggiero 21 gennaio 2005. «La vittima comprava la droga da affiliati di Salvatore Torino al rione Sanità e in particolare da Pietro Esposito. Era anche parente di Petrozzi, affiliato ai Di Lauro ma era estraneo ai clan. Fu Giovanni Esposito ad ucciderlo in una casa di Varcaturo, attirato con una scusa. Era in compagnia di Salvatore Cipolletta. Poi decapitarono la vittima, con un seghetto da falegname e i due giocarono a pallone con la testa dello sventurato, qualche affiliato guardando la vittima vomitò. Poi caricarono il corpo con la testa in un’auto e la portarono dove abitava la famiglia di Fulvio Montanino. Volevano dare un segnale alla famigli Di Lauro».
Vincenzo Di Gennaro 29 gennaio 2005. «Mi venne raccontato da Peppe “’o chiattone”, mi disse che l’autore era stato Gennaro Puzella».
Giovanni Orabona, Antonio Patrizio, Giuseppe Pizzone 31 gennaio 2005. «Era a Casavatore per conto dei Di Lauro. Esecutori materiali sono Salvatore Cipolletta, Luigi Barretta, Giovanni Esposito, Massimiliano Vinciguerra, Enzuccio l’elettrauto. Come appoggio Savio Mele e Salvatore Dell’Oioio. Cesare Pagano organizzo una partita a carte in un appartamento a Casavatore a cui parteciparono gente del posto che invitarono le tre vittime, per consentire ai killer di partecipare tutti assieme. Erano infatti al tavolo a giocare quando il gruppo di fuoco, che indossava pettorine tipo quelle della polizia salì nell’appartamento. Le ammanettarono, vennero fatte salire a bordo dell’auto e portati lontano da Casavatore. Vennero fatti scendere e fecero fuoco».
Davide Chiarolanza 31 marzo 2005. «Esecutore fu Luigi Barretta e la macchina con la quale giunse il killer sul posto, Antonio Caiazza. La vittima era molto vicina a Nunzio Di Lauro e per questo omicidio è stata uccisa. La sua morte venne decisa da Cesare Pagano. Luigi Barretta era un soggetto molto pericoloso e per questo fu ucciso».
Salvatore De Magistris 30 ottobre 2004. «Era il patrigno di Biagio Esposto, era rimasto ad abitare al rione dei Fiori. Quanto gli successe fu una ritorsione dei Di Lauro. Nunzio Di Lauro e Antonio Mennetta prima lo picchiarono e poi gli passarono sopra con la motocicletta. Lui morì in seguito al- le ferite riportate. Come vendetta fu ucciso il padre di Ferdinando Emolo».
Gaetano De Pasquale 1 novembre 2004. «Fu sequestrato e portato al cospetto di Cesare Pagano. Presenti erano Lucio Carriola, Vincenzo Notturno. Si disse che Pagano lo interrogò su quanto i Di Lauro volevano fare e per tranquillizzarlo il boss gli disse che gli avrebbe dato soldi per lasciare Napoli. Saputo quanto doveva sapere Pagano, Carriola e Notturno lo affogarono e il suo corpo lo buttarono in corpo in un pozzo di Varcaturo.
Gennaro Emolo 20 novembre 2004. «Omicidio commesso in risposta a quello di Salvatore De Magistris, per vendetta perché padre di Ferdinando Emolo, affiliato ai Di Lauro. Lui era una persona perbene e vendeva carciofi su un carretto a San Giovanni a Teduccio. I Killer sono Arcangelo Abete, Rito Calzone su ordine di Cesare Pagano. Gli spararono con un colpo di pistola alla nuca con il silenziatore: i passanti credevano che si fosse sentito male».
(nella foto da sinistra in alto Paolo Di Lauro, Cosimo Di Lauro, Cesare Pagano, Raffaele Amato senior, Guido Abbinante, Arcangelo Abete, Gennaro Marino, Gennaro Notturno, Salvatore Petriccione, Fabio Magnetti, Antonio Mennetta, Umberto Accurso)
Articolo pubblicato il giorno 2 Ottobre 2017 - 23:49