Boscotrecase. Due secoli di carcere ma molti sconti di pena. si è chiuso in Appello il processo contro i 27 imputati del clan di Giuseppe Gallo, il boss narcotrafficante di Boscotrecase finto pazzo. Per il boss è arrivata una condanna a 20 anni di carcere anche se assolto per numerosi capi d’imputazione.
Durante la prima udienza del processo, Gallo era collegato in videoconferenza e, dopo un tentativo di suicidio, aveva preso la parola e chiesto l’autorizzazione all’eutanasia. Relegato al 41 bis, il carcere duro, nel penitenziario di massima sicurezza di Parma, Gallo mal sopporta la detenzione e non ne ha fatto mistero.
Soprannominato “Peppe ‘o pazzo” proprio perché da capoclan riusciva a percepire ogni mese una pensione di invalidità da 700 euro per problemi psichiatrici.Per sua madre, Rosaria Vangone, la condanna invece è di 12 anni di carcere.
Le altre condanne sono: Luigi Mansi a 16 anni; Antonio Ruggiero 13 anni e 8 mesi; Nicolò D’Amico 11 anni e 4 mesi; Silvio Serpe 10 anni e 8 mesi; Luigi Mennella 10 anni e 4 mesi; Gabriele Balzano 10 anni; Domenico Topo 8 anni e 6 mesi Salvatore Carfora 8 anni e 4 mesi; Raffaele Belviso, Mario Felice De Martino, Biagio Di Biasio e Giuseppe Malvone 8 anni; Ivan Visciano 7 anni e 1 mese; Bruno Esposito 7 anni e 4 mesi; Michele Imparato 6 anni; Carmine Amabile 5 anni e 4 mesi; Gaetano Di Ronza 3 anni e 4 mesi; Alfredo Cesarano e Carmine Romeo 2 anni e 8 mesi; Giuseppe Gallo ’66 2 anni; Michela Gallo 1 anni e 4 mesi.
Infine, revocata la confisca dei beni ad Annalisa De Martino. Assolto per non aver commesso il fatto Nunzio Mennella, prescritti i reati contestati a Rosalba De Martino e Salvatore Gallo.
Articolo pubblicato il giorno 25 Ottobre 2017 - 18:13