Una pena concordata di 14 anni, con uno “sconto” di quattro rispetto a quella di primo grado: è la richiesta avanzata dalla difesa per Paolo Pietropaolo, l’ex compagno di Carla Caiazzo che le diede fuoco in strada a Pozzuoli il primo febbraio del 2016.
La richiesta è stata presentata ai giudici della V sezione della Corte d’Appello di Napoli, dove stamane nell’aula 315 del Tribunale è iniziato il processo di secondo grado. Il sostituto procuratore generale Stefania Buda farà conoscere il suo parere sulla richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Gennaro Razzino.
Quindi i giudici (il collegio è presieduto da Maurizio Stanziola) faranno le loro valutazioni. Secondo Razzino, i calcoli alla base della pena stabilita dal giudice Egle Pilla al termine del processo con rito abbreviato devono essere rivisti al ribasso, tanto più che i pm Raffaello Falcone e Clelia Mancuso avevano chiesto per l’imputato 15 anni di reclusione rispetto ai 18 poi decisi dal giudice.
Pietropaolo fu condannato anche a un risarcimento di 325 mila euro complessivi, a titolo di provvisionale: 250mila alla Caiazzo, 50mila alla figlia e 25mila alla Associazione ‘La Forza delle Donne’, che si costituì parte civile. Il giudice decise anche ‘interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sospensione della potestà genitoriale.
All’udienza Carla Caiazzo non è presente. Le accuse nei confronti di Pietropaolo sono tentativo di omicidio, stalking e procurato aborto: la donna, infatti, quando l’ex compagno la bruciò era incinta all’ottavo mese e di lì a poco partorì una bimba.
I danni fisici e psicologici che ha riportato sono stati gravissimi e con fatica sta cercando di ricominciare una vita normale. Paolo Pietropaolo, a sua volta, nel carcere di Poggioreale sta provando a migliorarsi: si allena, segue corsi di yoga. Secondo la difesa, la sua personalità è segnata in modo indelebile dall’uso di droghe e anche quella mattina, quando appiccò il fuoco alla donna prima di darsi alla fuga, non era in sè.
“Negli ultimi 15 anni i delitti che hanno visto vittime le donne, quelli che chiamiamo femminicidi, sono stati il doppio di quelli di mafia e camorra messi insieme: cosi’ come e’ stato fatto per la criminalita’ organizzata, sarebbe necessario pensare di istituire un pool di magistrati ad hoc per fronteggiare questo fenomeno cosi’ preoccupante”.
Lo ha detto l’avvocato Maurizio Zuccaro, legale di Carla Caiazzo. “La riforma Orlando – dice ancora Zuccaro – disattente completamente le indicazioni che giungono da quei dati: introduce la possibilita’ di estinzione del reato previa volonta’ di risarcimento da parte dell’imputato”.
Articolo pubblicato il giorno 13 Ottobre 2017 - 12:39

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