Pasqualino Valente, morto a soli due anni per una grave forma di meningite pneumococcica, lascia il vuoto e lo sgomento nella comunità a lutto di Monteforte.
Nonostante fosse vaccinato, il betterio non gli ha dato scampo. La voce commossa del sindaco Giordano, parente della famiglia di Pasqualino, non si rassegna dinanzi a questa ingiusta perdita: “Come si può morire a soli due anni? Non ho parole per descrivere il mio dolore, quanto è successo è inaccettabile. Naturalmente, adesso saremo accanto ai genitori del piccolo, facendo sentire tutto il nostro affetto. La comunità è rimasta molto colpita da questa disgrazia e saprà dimostrare la sua vicinanza alla famiglia “.
La salma del bimbo è giunta nel primo pomeriggio di ieri presso la camera ardente in via Nazionale Torrette, a Mercogliano. I funerali si svolgeranno alle ore 15.00 di questo pomeriggio nella chiesa di San Nicola di Bari, in piazza Umberto I a Monteforte.
In paese non si parla d’altro.
Il professor Felice Nunziata, direttore delle strutture complesse di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale Landolfi di Solofra e ad interim dell’ospedale Frangipane di Ariano nonché direttore del Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino Transmurario dell’Asl di Avellino, ha spiegato all’edizione di Avellino de Il Mattino che “anche in presenza di un vaccino può capitare che una meningite pneumococcica porti al decesso del paziente, specie in alcune circostanze come nei casi in cui si è immunodepressi, oppure il vaccino non ha attecchito. I sierotipi esistenti sono 92 e quelli nel Prevenar (i vaccino usato per i bambini) sono i 13 più diffusi, quindi può succedere che tra questi non c’è quello che ha portato alla morte del giovanissimo paziente.
Ecco perché i prelievi effettuati sul piccolo all’ospedale Cotugno di Napoli sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità che nel giro di un paio di giorni stabilirà qual è il sierotipo incriminato. Nel corso della mia carriera continua Nunziata mi è capitato una sola volta un caso di questo tipo, poi mai più.
Ma è stato moltissimo tempo fa. D’altra parte, la meningite pneumococcica non è più molto frequente proprio grazie alla prassi consolidata di vaccinarsi. Il vaccino, però, conferisce una protezione pari al 99 per cento, per cui una minima percentuale di rischio c’è sempre”.
Articolo pubblicato il giorno 27 Ottobre 2017 - 10:21