Avellino. “E’ stato solo un errore umano nessuno scambio di posizionamento del braccialetto”: il primario del nido della clinica Malzoni racconta in tv quanto avvenuto nella clinica di Avellino per lo scambio delle bimbe nate il 9 ottobre scorso e allattate da madre diverse per due giorni.
Il caso è al vaglio della Procura di Avellino e la struttura sanitaria ha aperto un’inchiesta interna individuando le quattro operatrici che hanno commesso l’errore scambiando le tutine delle neonate senza accorgersi che il numero del braccialetto non corrispondeva a quello delle mamme.
“Maria Teresa è provata da quanto è accaduto” ha detto l’avvocato Andrea De Vinco, ex sindaco di Atripalda e zio della donna che si è accorta dello scambio della figlia.
Una commissione interna sta verificando se ci sarà una sospensione delle quattro operatrici che sono state coinvolte nello scambio. “Le due bambine sono nate a distanza di una mezz’ora l’una dall’altra, con numero identificativo progressivo. Uno il 2155 e l’altro il 2156 – ha riferito il primario in tv -.
Dopo 48 ore una delle due mamme si è accorta della non corrispondenza del suo numero di braccialetto con la bimba, per cui ci ha chiamato. Sono salito in stanza è ho riscontato la discrepanza per cui sono andato anche dall’altra mamma che aveva l’altra per verificate quanto successo.
Per cui c’è stato uno scambio di cullette. L’operatrice che creato questa situazione si è subito autodenunciata. Io ho chiesto scusa ma ci sono stati momenti di tensione con i parenti. Uno delle coppie ha chiamato le forze dell’ordine: sono arrivati quattro poliziotti che voglio ringraziare per la professionalità che hanno verbalizzato il tutto e placato anche un po’ gli animi con uno dei papà delle bimbe.
Dopo 120 mila nuovi nati non era mai successo e questo fa capire quali possono essere attenti i controlli”. La Casa di Cura privata si è difesa: “l’identificazione è stata corretta, ma sbagliata la consegna”.
Il presidente del Covasi (Comitato valutazione sinistri) Vittorio Fineschi ha inviato una comunicazione con l’analisi dell’episodio: “Pur trattandosi di un evento di corretta identificazione madre-neonato è accidentalmente seguita una consegna neonato-madre connotata da erronea lettura del codice identificativo da parte del professionista sanitario. Le degenti sono state dimesse il 12 ottobre con le figlie legittime.
Le procedure di identificazione e la prassi operativa sono state pienamente applicate e rispettate, ribadendo come si sia trattato di mero errore umano prontamente identificato e corretto”.
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