<< E’ tutta una montatura che verrà smascherata presto e senza alcun problema»: così il presidente dell’Us Avellino Walter Taccone commenta la chiusura delle indagini della Procura Federale sul caso Catanzaro. «Sono davvero amareggiato per questa vicenda, ma convinto che ne usciremo come sempre puliti perché non abbiamo nulla da temere. Siamo estranei a tutto e lo dimostreremo presto nelle sedi opportune». Poi la conversazione si interrompe, perché gli impegni presso la clinica Santa Rita sono tanti e anche la voglia di parlare è davvero minima. Ma delle accuse relative alla presunte combine della gara del maggio 2013 con la squadra calabrese Taccone ha parlato spesso in queste ultime settimane. «Noi non c’entriamo niente e non lo diciamo noi, ma lo hanno sottolineato tutti: il presidente Cosentino, la moglie, la figlia e tutta la sua parentela. Lo ha spiegato anche il direttore sportivo del Catanzaro, chi altro deve farlo? Mi indigna questo discorso e i tifosi devono stare tranquilli. L’Avellino è estraneo a questa combine. Punto e basta». Taccone ha anche ricordato che il risultato della sfida del Ceravolo non avrebbe compromesso la promozione dei lupi tra i cadetti. «Anche in caso di sconfitta avevamo ancora un’altra partita da giocare, una volta vinta questa saremmo comunque andati in serie B. Dunque che bisogno avevamo di fare una cosa del genere? Di complicarci la vita in questo modo? Non avevamo nessun interesse e da sempre siamo abituati a conquistarci tutto sul campo, nel pieno rispetto delle regole». Non è di certo la prima volta che il club bianco verde però rischia, era successo già lo scorso anno con il caso Izzo Millesi, con Trotta e Arini. «Ma ogni volta ne siamo usciti ha spiegato Taccone – a testa alta, proprio come succederà al termine di questo nuovo processo. Sono stato spesso accusato è vero, ma alla fine tutto si è rilevato falso. I tifosi dell’Avellino in questi anni hanno imparato a conoscermi, sanno che persona sono e come agisco e per questo mi auguro, anzi sono convinto, che si fideranno di me e del mio operato sempre chiaro. Non c’è nulla, ripeto e il tempo mi darà ragione».
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