Magia, forza del calcio e di incroci ad hoc, alla vigilia dell’attesissimo derby Avellino-Salernitana è identico il pensiero di Claudio Lotito da un lato e Walter Taccone dall’altro. Più che questione di feeling è questione di delusione e forse di disillusione: da un versante, quello affidato dal comproprietario del club granata dopo lo sterile, sconfortante pari ad occhiali rimediato in casa con l’Ascoli; dall’altro quello del patron dei biancoverdi, amareggiato «per una prestazione che meritava ben altra conclusione». Entrambe le squadre e pure i presidenti avevano approcciato l’ottava giornata di campionato con ragionevoli aspettative di confermare sul campo quanto realizzato nel turno precedente rispettivamente contro Parma ed Empoli. Ma il verdetto del campo, purtroppo, non ha sorriso nè a Lotito, né tantomeno a Taccone, entrambi costretti ad ingoiare un doppio boccone amaro dal momento che tutti coltivavano ben altra ambizione.
QUI AVELLINO «Non è stata una giornata fortunata quella col Bari», osserva Taccone in partenza per Roma dove ha partecipato ad un incontro istituzionale col commissario di Lega per fare il punto sulla operatività di un ente, quello di B che fatica a trovare compattezza ed unità di intenti. «Avremmo potuto infatti approfittare meglio delle difficoltà di un Bari che nonostante i nomi non era la squadra famelica che ci si poteva attendere, a parte qualche defezione. Siamo passati in vantaggio – ricorda Taccone – e purtroppo abbiamo immediatamente «concesso» un pareggio, frutto di una nostra disattenzione generale su cui ovviamente Novellino ed i ragazzi dovranno assolutamente e velocemente lavorare soprattutto in vista del derby di domenica. Una partita cui teniamo tutti e dove mi piacerebbe tirare uno scherzetto all’amico Claudio Lotito, il quale si sta prendendo belle e meritate soddisfazioni con la sua Lazio, ma che non dovrà pretendere di ottenere le stesse contro di noi domenica prossima. Abbiamo ancora infatti il dente avvelenato per l’ultima sconfitta all’Arechi che ci complicò oltremodo i nostri piani verso la salvezza, raggiunta poi con pieno merito in extremis contro il Latina. Ma il calcio non è amarcord, bensì presente, e il nostro si chiama Salernitana: da battere ad ogni costo. Guardiamo al futuro, non certo al passato, abbiamo infatti ambizioni diverse rispetto al precedente campionato e vogliamo, gara dopo gara, legittimarle con prestazioni decisamente all’altezza, anche per alimentare quell’entusiasmo che è stato bello percepire dopo la sfida vinta in rimonta sull’Empoli, che potrebbe rappresentare un carburante diverso per far scoppiare quella scintilla e dare alla Red Bull biancoverde quello slancio per avvicinarci ancora il più possibile ai vertici della classifica». Quella di domenica ci si augura sia una partita decisa solo dai protagonisti, i calciatori, senza situazioni arbitrali equivoche: vedi nell’ultimo turno i due penalty con Ascoli e Bari sui cui Lotito e Taccone preferiscono elegantemente glissare, concentrandosi esclusivamente sulle attitudini tecniche o tattiche delle rispettive squadre. «A parte l’etichetta derby – osserva Taccone – questa sfida si carica da sola; è mia cura tranquillizzare i ragazzi per evitar che un’eccessiva carica agonistica possa far andare fuori giri il motore della nostra macchina. Ecco perché da oggi a domenica serve un set up perfetto che squadra e tecnico dovranno rendere tale, la Salernitana rimane un avversaria agguerrita ma, come con l’Empoli, dovremo confermare la vecchia, vincente legge del Partenio».
QUI SALERNO