La sentenza sulla reale consistenza dell’Avellino, e sulle scorie superate o meno del post derby con sconfitta contro la Salernitana, potrà darla proprio la prova d’appello di oggi pomeriggio all’Adriatico, dove tecnico e squadra irpini si giocano una grossa fetta di credibilità. «
Indicarmi, etichettarmi come colpevole, è troppo forte – esordisce il tecnico – e lo spiego con una similitudine che sperò venga compresa, perché è anche una regola di mercato. A me è stata messa i mano la direzione di un’azienda, la squadra dell’Avellino, che provo a mandare avanti nel migliore dei modi, con le mie conoscenze tecniche e quant’altro. Non però sempre i fatturati mensili soddisfano, ma positivo deve essere solo quello finale.
Un allenatore non fa altro che provare ad ottenere il bene della sua squadra. Da Cascia s’è visto come si lavora sul campo. Serve tempo. Inutile nascondere che il risultato del derby ci ha visto star male tutti, ma io non mi sento colpevole, avendo fatto, e continuerò a farlo, l’interesse di questa squadra. Io dico che se ognuno avesse fatto ciò che serviva, non avremmo perso la sfida. Ovviamente il responsabile alla fine sono io, come dico che c’è sempre la prova d’appello, la gara del giorno dopo, quella di oggi col Pescara».
Ma Come finirà Pescara-Avellino che è poi una sfida Zeman-Novellino? «Finisce 3-3, visto il gioco spumeggiante di entrambe, oppure saremo bloccati tutti e ventidue in mezzo al campo – sorride e scherza Novellino – dico però che ad oggi abbiamo dato molto e daremo ancora molto entrambi. Zeman è un uomo ed un tecnico che rispetto, sarà una sfida aperta».
Articolo pubblicato il giorno 21 Ottobre 2017 - 08:58
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